Calcio e potere di Simon Kuper

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Questo libro non è la testimonianza ultima di un calcio sfumato nelle nebbie dello show-biz necessario e totalizzante, non è l’apologia finale di un universo di segni identificativi e di matrici storico-culturali infuse in uno sport così pieno di elementi particolari e caratterizzanti, non è il necrologio delle sensazioni che il calcio produce nelle diverse zone del mondo.
È evidente l’estetizzazione delle pratiche sportive, e calcistiche in particolare, avvenute da venti anni a questa parte, per favorire una globalità d’approccio al sistema-sport (che è sistema di capitalizzazione degli investimenti), ma le dimensioni particolari e tribali che il libro sviscera non sono andate del tutto perdute.
Il libro di Simon Kuper, Calcio e Potere, è prima di tutto un diario di viaggio di un giovanissimo giornalista coraggioso e capace di comprendere in tutti i paesi toccati le leve semantiche di base per scrivere di un fenomeno sociale di immensa portata.
In secondo luogo è un dossier dettagliato e profondo delle interrelazioni peccaminose (ma anche fruttuose, perché vederci sempre il peggio) tra le istituzioni e il fenomeno calcio, in un rapporto di rimandi e rimbalzi incessanti e spesso decisivi per istituzioni e capi di stato.
In terzo luogo è un’inchiesta politica che vuole estrarre dalla gestione dello sport di ogni paese preso in esame delle indicazioni chiare sui modelli di governo e gestione della cosa pubblica.
Infine è un saggio sociologico capace di entrare nei meandri psichici ed etologici di chi il calcio lo possiede semioticamente e ne sviluppa i codici di riconoscimento, ovvero i tifosi, tribù di consumatori di emozioni e (sempre più per i club) di magliette dei propri idoli.
In questo viaggio del mondo appresso ad una sfera, Kuper ci fa vedere, forse per la prima volta in un’analisi onnicomprensiva di questo tipo, cosa sono stati questi anni ’90: anni in cui nuove realtà nazionali sono nate e con esse nuovi spiriti di patria hanno avuto cittadinanza prima di avere identità, anni di sviluppo di appartenenze nuove di zecca che richiamano però mitologie del passato, anni di spettacolarizzazione dei garretti, una volta infangati e oggi fotografati, anni di rinascita di ideologie che seguono i gusti della massa e non viceversa, come era invece successo in tutti decenni precedenti del ‘900, anni, per fortuna, dove le incrostazioni della storia sono state lavate avvicinando uomini e paesi, fondendo idee e desideri, anni di apertura agli altri e di “storica” accettazione del diverso.
Questo libro va letto perché è uno dei pochi che ci fa capire da quale strada veniamo. Anche se nell’aria c’è una indicibile voglia di fare retromarcia.

15 risposte a “Calcio e potere di Simon Kuper”

  1. Ho scoperto anch’io il tuo blog per caso, adoro i libri, e mi piace tantissimo leggere i libri che parlano di calcio e fatiche sportive.
    Possiamo fare una scambio di link?

  2. Ciao Ape,

    anch’io sono molto felice di scambiare link con te.

    Devo pensare di fare un post proprio sul barca, magari in cui parlo di Suarez.

    Spero che vorrai seguire quello che scrivo e spero ti piaccia.

    Ciao.

  3. ciao ho letto il tuo messaggio. complimenti, bel blog. vedo che ci stanno anche altre vecchie conoscenze…

    per lo scambio di link , ho già provveduto. ci sentiamo, ciao.

  4. è interessante e non banale questo tuo blog. Di Kuper ho acquistato tempo fa “Ajax, la squadra del ghetto”, anche se non l’ ho ancora letto.
    Il libro che preferisco di quelli sul calcio è “Il sogno di Futbolandia” di Jorge Valdano, grande affabulatore con una visione del calcio che condivido (magistrale quando dice: “se l’ unica cosa che interessa è il risultato, allora tanto vale guardarsi direttamente i numeri sul tabellone a fine partita”); poi ovviamente ci sono i classici di Gianni Brera, una visione del calcio totalmente opposta, ma come si fa non venirne trascinati?

    Ciao

  5. Un paio d’anni fa tornai da Londra con questi due volumi di Kuper in inglese, prima ancora che venissero pubblicati in Italia. Per ovvi motivi dapprima divorai “Ajax, the Dutch, the War”, per poi passare senza soluzione di continuità su “Football against the enemy”. Apprezzo lo stile di scrittura di Kuper perchè è rigoroso, ai limiti della storiografia. Le prese di posizione – inevitabili soprattutto in argomenti delicati come quelli di Calcio e potere – sono comunque sfumate, e permettono comunque al lettore di crearsi una propria idea sul fatto.

    Su Futbolandia: apprezzo moltissimo Valdano, anche se non è tenerissimo con il calcio italiano. Il fatto che cerchi di staccarsi dalla stanca retorica di autori come Soriano e Galeano è un’ulteriore nota di merito…

  6. @valentino tola: ti ringrazio veramente tanto dei complimenti per il blog. Spero di scrivere sempre cose che ti possano interessare.

    “Ajax, la squadra del ghetto” l’ho comprato da poco (eh il budget è quello che è) è credo sia un ottimo libro se c’è il Kuper di Calcio e potere.

    Il new football writing è stato “pasciuto” da questo autore per me straordinario perché capace di rivelare le dinamiche “altre” (politiche, sociali, aziendali, etniche) che sono dietro alla passione per il calcio. Pochi sanno tirare fuori, attraverso l’immersione nelle vicende, questi meccanismi nascosti ma pesanti.

    @marco aurelio: ti ringrazio tanto e mi fa piacere di interessarti. Per fortuna mi hai riscritto così posso linkarti di nuovo. Avevo cancellato inavvertitamente i link già salvati. Grazie.

    @alessandro: grazie, ti ho linkato anch’io.

    @federico: me lo aspettavo che ingurgitavi prima “Ajax, the Dutch, the War” :). Su Kuper non posso che ripetere quello detto in precedenza: grande profondità di analisi e tocco da campione in una scrittura pulita e sapiente. Poi in originale come lo hai letto tu doveva risultare ancora più lucido.

    Hai perfettamente ragione su Valdano, è quello che penso anch’io. Soriano e Valdano sono al di là del bene e del male, nella loro “surrealtà” magica, Valdano riesce a spiegare tutto questo al popolo, senza vendersi però al teledipendente, con la grazia degli esempi e magari senza marciarci troppo su come qualche emulo italiano.

  7. Anch’ io sono abbastanza allergico alla retorica. Quello che mi piace di Valdano è che la prosa elegante e le metafore non le utilizza mai per ergersi spocchiosamente, ma anzi per avvicinare più possibile gli oggetti delle sue riflessioni al lettore; non so voi, ma è come se dalle sue pagine squadre e giocatori cominciassero a rivivere, la cosa che mi fa impazzire è che di ogni giocatore o squadra che descrive cerca sempre di restituirtene l’ essenza, il motivo cioè per cui quella cosa di cui sta parlando è unica e differente da tutte le altre, ti fa apprezzare ed amare di più la varietà del calcio.
    Poi a me piace molto il dettaglio tecnico, lui non se ne allontana mai e lo accompagna ad immagini che lo potenziano e vivificano. Ritengo memorabili ad esempio le pagine su Romario, Zidane, sul Barça del Dream Team e sul Madrid della Quinta del Buitre.

    Il suo giudizio sul calcio italiano è relativo, dipende se si tratta del Milan di Sacchi o di Italia-Olanda degli Europei del 2000 (mi sono spanciato dalle risate nel punto in cui ne parla in Futbolandia), e francamente lo appoggio in pieno in questa sua visione. Ovviamente è una questione di gusti, non si sta discutendo lo spessore gigantesco del nostro calcio a livello storico.

    P.S.: Ho cominciato a dare un’ occhiata al “trailer” del tuo libro, e ho una curiosità: come mai non hai inserito la scuola britannica?

  8. Per puri motivi di non presenza nel lotto delle finaliste. Mi piaceva parlare di cose che poi andiamo a vedere a giugno.

    Le tue parole su Valdano che parla di calciatori sono molto giuste. Il problema è che mi hanno fatto venire una voglia matta di farti leggere come ho descritto io i calciatori nel libro. Vorrei proprio sapere che ne pensi.

  9. ciao, bello il tuo blog ! ti segnalo un’iniziativa interessante a cui ho aderito, si tratta del brera, la terza squadra di milano. gioca all’arena civica (luogo molto vintage 😉 ) e da quest’anno sarà gestita dai tifosi..
    http://www.breracalcio.com

    ciao!

    gigi

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