"Il Barca" di Sandro Modeo

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E dai, proviamoci. Scriviamo ancora una volta di un libro di Sandro Modeo. Ben sapendo che leggerlo, leggerlo, leggerlo è l’unico comandamento da dare.
Viaggiando ne “Il Barca”, pensavo a come parlarne e per un po’ di giorni la tabula rasa mi faceva compagnia. Ma come accade nei grandi misteri, la soluzione era lì sotto gli occhi: Sandro Modeo sta alla letteratura sportiva come il Barcellona sta al calcio.
Prima di Sandro Modeo la letteratura sportiva italiana era un palazzo del dopoguerra con tanti portinai baffuti. C’era chi aveva le chiavi della biografia romantica, chi invece apriva le porte del’epica di costume. Ognuno con il suo bel monolocale, magari confinante con qualche riferimento statunitense o inglese.
Modeo ha polverizzato il genere, facendolo fluire all’interno di un genoma culturale totalmente differente, riuscendo a ricreare il microuniverso letterario senza più coordinate, senza più riferimenti, senza più corollari, senza più, e questa è la cosa più interessante anche per il business, lettori.
I libri di Sandro Modeo non sono più letti da chi segue il calcio, ma da chi lo ama.
Il Barcellona, per quel che penso ma ripeto, leggete il libro e non crediate che sia tutto qui, ha polverizzato allo stesso modo il sistema di calcio a zona, facendolo fluire in un microcosmo multiforme che sovrappone fasi di gioco e modula ritmi senza uno spartito definito, ma in base a dinamiche fatte di session multitonali.
Il calcio del Barcellona di Guardiola non ha più ruoli (qualcuno dirà, sì ma l’Olanda di Cruyff? Io ho scritto: “Non ha più ruoli”, non “Ogni calciatori ha più ruoli”. Il ruolo sostiene un sistema di linee codificate. Il Barcellona decomprime le linee e le sbriciola in uno schieramento fluido in partenza, non soltanto nel divenire del gioco), non ha più interpreti (Esempio classico: Van Basten nel Milan di Sacchi e nell’Olanda di Michels giocava con le stesse consegne e la stessa efficacia. Xavi (per non parlare di Messi) nel Barcellona e nella Spagna gioca con le stesse consegne ma con efficacia differente (nonostante sia vincente allo stesso modo). Perché?…), non ha più i riferimenti spaziotemporali del calcio (la partita non si muove cronologicamente in linea retta, va per lampi seguendo le accelerazioni dei giocatori e le pause necessarie per il recupero in partita (il padre del recupero attivo in partita anche per Modeo è Mourinho), e il campo non ha più spazi che si estendono in larghezza e lunghezza ma si muove su strati di profondità differenti. Grazie al continuo movimento dei calciatori in verticale più che in orizzontale, le fasi di attacco durante le accelerazioni si sovrappongono verticalmente creando fasce di gioco multistrato).
Modeo-Barca o Barca-Modeo, in un libro due salti quantici.

3 risposte a “"Il Barca" di Sandro Modeo”

  1. Beh, noi nel nostro piccolo ci abbiamo provato…a raccontare di calcio per chi AMA il calcio. E abbiamo fatto questa cosa qua: La prima antologia del calcio astrale. Un ebook col quale ha esordito una nuova casa editrice (solo online, solo ebook) e chi vuole la trova qua:

    http://www.cletusproduction.it

    e comunque, leggerò dopo questa entusiastica recensione il testo di Mondeo.

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