Quando
il sole entra nella stanza Mahathir è il primo a saltare dal letto. Ha ancora gli occhi
chiusi ma già chiama la mamma per farsi vestire. Ismail è il secondo, lui vuole
subito mangiare, tutto quello che c’è, anche quei biscotti che nessun’altro
vuole perché sono amari ma il papà li compra lo stesso.
Najib è il terzo, ma solo perché i bimbi nella stanza sono solo tre. Se fossero
venti sarebbe il ventesimo. Non perché non ha voglia di svegliarsi e andare a
scuola, ma perché a lui piace troppo vedere gli altri muoversi mentre lui è
ancora fermo, immobile nel letto. La vita inizia a girargli intorno mentre a
lui funzionano solo gli occhi.
La mamma li lava, li veste e li fa mangiare. I bambini svegliano il corpo con
calma senza sfrenarsi.
Tutti e tre preparati e pettinati sono messi in fila orizzontale dalla mamma
che dice solo una cosa, ma ogni mattina la dice con la stessa, identica
serietà: “Oggi dovete fare le cose per bene”.
Fare le cose per bene non è solo un dovere ma una necessità. Se non fai le cose
per bene la mamma si arrabbia, il papà ti sgrida e la maestra dice a tutti che
non sei bravo. Meglio fare le cose per bene per passare una giornata migliore.
La mamma apre la porta, la signora Munawir saluta e sorride. Lei non
dice nulla. È la signora Sirajuddin che invece ogni volta va
verso l’uscio di casa dei vicini, bacia i tre bimbi e anche lei dice sempre la
stessa cosa: “Mi raccomando, bambini”. Questa cosa i tre la capiscono meno ma
la signora Sirajuddin è così buona e poi porta il
budino al cocco a cui non riescono a rinunciare finché non è finito.
Attraversano la strada sotto gli occhi delle due donne, che gridano ogni mattina:
“Guardate anche dall’altro lato”. Sotto il grosso albero si fermano e aspettano
il bus che li porterà a scuola. La mamma non lo aspetta. Sono dove devono
essere, basta così. Nella vita non li accompagnerà per sempre, dovrà lasciarli
proprio come fa ogni mattina, quando chiude la porta e non li guarda più.
Ma se gli occhi li lasciano restano le orecchie. Non si muove fino a quando non
sente il rumore del bus e le tre voci allontanarsi e sparire. Solo allora
inizia a tagliare le verdure che servono per il pranzo.