Settimana Nazionali

Versione ottimizzata per lettura su Smartphone (AMP).

Settimana di nazionali e “La partita del giorno” non può per irrequietezza e noncuranza soffermarsi su una sola sfida. Lo sguardo sui match più interessanti, al di là di quelli troppo chiacchierati è doveroso. Partiamo con la grande sorpresa del 22 marzo, ovvero la vittoria esterna delle Far Oer sull’Islanda a Kópavogur, città dallo stemma folle con il profilo di una chiesa sopra una foca attorcigliata su uno sfondo verde smeraldo. La città è altrimenti famosa per le due squadre di calcio che militano nel Landsbankadeild islandese, l’Handknattleiksfélag Kópavogs (o più semplicemente, per fortuna, HK Kópavogur) e il Breiðablik Kopavogur (meglio noto come UBK… e qui sì che la riduzione aiuta il cronista). Kópavogur che significa “ampio splendore” deriva il suo nome dalla dimora della divinità norrena Baldr (che poi sarebbe figlio di Odino e Frigg, ma fermiamoci qui con le parentele). Un’altra notizia sorprendente è la sconfitta dell’Angola contro Capo Verde nella partita tenuta ad Olhao, Portogallo, vecchia madrepatria di entrambe le nazioni (per i due paesi l’indipendenza è stata ratificata nel 1975, coincidenza dovuta alla Rivoluzione dei garofani). Il goal per Capo Verde è stato segnato da Dady al minuto 33 su rigore.
Il 26 marzo è partito anche il gruppo C di qualificazione per l’AFC Challenge Cup 2010 che si terrà in India e che promuoverà la squadra vincitrice alla Coppa d’Asia 2011. Questo gruppo è costituito da Nepal, Palestina e Kirghizistan (dopo il ritiro all’ultimo minuto dell’Afhanistan) con tutte le partite che si svolgeranno al “Dasarath Rangasala Stadium” di Kathmandu. Il primo incontro si è svolto tra i padroni di casa del forte difensore Tashi Tsering e la Palestina del fromboliere Fahed Attal, a segno 12 volte in 16 partite della nazionale, tutte nel 2006 quando raggiunse l’ottava posizione nella classifica FIFA per goal internazionali insieme a David Villa e Bastian Schweinsteiger. Quando si sfidano una buona difesa e un discreto attacco lo 0-0 diventa quasi d’obbligo.
La giornata in cui sono confluite il maggior numero di partite è stata quella di sabato 28. Al “Suphachalasai Stadium” di Bangkok la Thailandia ha nettamente battuto la Nuova Zelanda per 3-1. Il primo goal è di Simon Elliott per i neozelandesi, ex bandiera dei Los Angelse Galaxy e nella rosa della squadra olimpica insieme agli altri due fuoriquota Ryan Nelsen e Chris Killen. Scossi dal vantaggio ospite, i calciatori thailandesi hanno preso in mano le redini della partita pareggiando dopo solo un minuto con Teerasil Danda, meteora al Machester City quando c’era il musetto di Thaksin Shinawatra e buon attaccante d’area piccola. Ma questa era soprattutto la partita di Tawan Sripan, 38enne mezzala alla sua 145esima e ultima partita in Nazionale, in goal per il 2-1. Tawan ha iniziato a giocare con la Thailandia 17 anni fa e ha fatto parte del “Dream Team” che batté la Corea del Sud nella corsa alle semifinali della Coppa d’Asia 1998. I suoi due goal più importanti in Nazionale furono contro il Manchester United in un’amichevole del 2001 e con un calcio di punizione da 30 metri nella sconfitta contro l’Olanda a Bangkok nel 2007. Nel secondo tempo, dopo i festeggiamenti per Tawan, ancora una volta Danda nell’area piccola ha trafitto Paston.
Passiamo ora alle partite valevoli per le qualificazioni verso Sudafrica 2010: a Pyongyang, allo stadio dedicato a Kim Il-Sung (originariamente il “Kirim Stadium” era un campo da baseball costruito durante l’occupazione giapponese. È stato dedicato poi come migliaia di altre cose al “Grande Leader” perché proprio qui ha pronunciato il suo primo discorso pubblico dopo il ritorno dall’esilio nel 1945), la Corea del Nord ha battuto per 2-0 gli Emirati Arabi Uniti con goal del difensore Pak Nam Chol e in contropiede al 93’ con Mun In Guk, già in goal nel match di febbraio vinto contro l’Arabia Saudita. Sempre per il girone asiatico, convincente vittoria anche dell’Uzbekistan contro il Qatar a Taskent, capitale distrutta da Gengis Kan quando era cinese e secoli dopo ancora stremata per il terribile terremoto del 25 aprile 1966 (7,5 gradi di scala Richter). La squadra di Mirjalol Kushakovich Qosimov ha letteralmente dominato quella di Bruno Metsu, mettendo in luce il forte centravanti dell’FC Pakhtakor Tashkent, Farhod Tadjiev, autore di una tripletta (7° goal in 9 partite con la Nazionale) e Anvarjon Soliev.
In Africa la partita più bella è stata Burkina Faso-Guinea 4-1 giocata al “Stade du 4 aout” di Ouagadougou. I padroni di casa, come ha scritto un giornalista di “Le Faso” si sono gettati anima e corpo all’attacco afferrando alla gola la preda (e poi si parla dell’enfasi caressiana). Grande partita di Mahamoudou Kere in goal al 23,’ ma soprattutto dell’attaccante del Sochaux, Moumouni Dagano, autore di una doppietta, e del centrocampista dell’Auxerre, Alain Traore, attualmente in prestito allo Stade Brestois 29 dove sono passati negli anni anche Ribery, Ginola, Lama, Makelele e Julio Cesar, il moloch della Juve di Maifredi che voleva grande velocità nel reparto difensivo (appunto). Per la Guinea, goal del solito Pascal Feindouno, dopo tanti anni di Saint-Etienne ora all’Al-Saad, e di Kamil Zayatte, difensore dei “Tigers” dell’Hull City che sta districandosi molto bene in Premier League.
Sempre in Africa le due sorprese di giornata sono lo 0-0 della Nigeria in Mozambico, con un grande Raphael Kapango tra i pali dei padroni di casa, e la sconfitta del Marocco a Casablanca contro il Gabon. Si mettono male le cose nel girone 1 delle qualificazioni africane ai Mondiali per gli uomini di Roger Lemerre che adesso devono affrontare Togo e Camerun. Partita di perfetto catenaccio per i ragazzi di Alain Giresse, in goal con Pierre-Emerick Aubameyang, ancora di proprietà del Milan (come il fratello Willy, in prestito ad Avellino) che gioca in prestito per il Digione, e Roguy Méyé, passato a gennaio dagli ungheresi del Zalaegerszegi Torna Egylet ai turchi dell’Ankaraspor. Per il Marocco, goal quasi allo scadere di Mounir El Hamdaoui, attualmente sugli scudi nell’Az Alkmaar di Van Gaal.
Terminiamo il nostro giro delle partite nascoste di questa settimana dedicata alle nazionali con un po’ d’Europa. Una delle partite più emozionanti di questa tornata è stata Armenia-Estonia, con i padroni di casa che raccolgono il primo punto nel gruppo 5 grazie al 2-2 di Yerevan (capitale dallo skyline eccezionale, con l’Ararat che troneggia sulla città e che campeggia anche al centro dell’emblema nazionale armeno. In città è stato costruito inoltre l’altro “Giardino dei giusti”, per ricordare quelli che hanno aiutato gli armeni durante il genocidio del 1915), siglato per i padroni di casa da Henrik Mkhitaryan, centrocampista classe ’89 del Pyunik Yerevan, già in goal in Nazionale a 17 anni in un amichevole contro il Panama, e Arthur Yedigaryan, compagno di squadra di Mkhitaryan nel Pyunik. Per l’Estonia, che si era portata sul 2-1, reti di Vladimir Voskoboinikov, centravanti del Syrianska FC, (club, lo dice il nome, creato nel 1977 da emigrati siriani e turchi in Svezia), e Kaimar Saag, attaccante del Silkeborg in Danimarca.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *