"Saluti da Buenos Aires" di Teodoro Lorenzo

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Raccontare lo sport sembra essere un diletto che molti hanno voglia di prendersi. Personaggi, storie, aneddoti e ambientazioni sono già lì, belle e pronte all’uso, basta shakerare e rimpinzarle di tensione emotiva per la performance o parabole narrative strappalacrime.
Esempi invece di racconti equilibrati e appassionanti per fortuna li abbiamo letti in questi anni, basti pensare a “A pedate” di Marco Ballestracci, uno dei migliori esempi nel panorama letterario italiano. Nella scia è da considerare anche il libro di Teodoro Lorenzo, “Saluti da Buenos Aires” (Edizioni Bradipolibri), ex calciatore professionista, che grazie a questa condizione difficilmente riscontrabile in un autore (un atleta che scrive un libro in pratica è rarissimo. Come? Tutti i libri scritti da calciatori, maratoneti e tennisti che sono sugli scaffali? Devo rispondere?), scrive racconti embedded, storie di vita e di sport con la mano di chi ha vissuto esperienze, tensioni e momenti esaltanti dal di dentro, percorrendo l’intero viaggio dalla voglia di insistere su un proprio talento e una propria qualità, fino al momento in cui quella voglia tramonta. E la giusta scelta di Lorenzo è stata quella di non focalizzarsi solo sui suoi ricordi personali, scrivendo esclusivamente storie di calcio, ma miscelare la sua storia e i suoi ricordi con le traiettorie di vita possibili per chi sceglie di praticare sport differenti e tutti ugualmente degni di essere raccontati. In questo modo Lorenzo riesce a scrivere dei diversi mondi che attorno allo sport ruotano e vanno dall’universo familiare a quello dei tifosi, dalle esperienze di dolore a quelle di felicità estrema. Alla fine questo libro diventa uno spaccato realistico di quello che vuol dire fare sport ad alto livello. Non è facile riuscire a riprodurre su carta sensazioni vissute e quasi sempre irraccontabili.

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