Eliminare la lotta cambia tutto

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La lotta, lo sport. Non c’è sport senza lotta, concetto primo di ogni competizione, anche se parliamo di scacchi (soprattutto se ne parliamo).

Eliminare la lotta dalle Olimpiadi vuol dire prendere un modello e annullarlo. Lo sport della lotta è un archetipo troppo importante per non pensare che eliminarlo vuol dire ripartire con una nuova idea di sport. Non può non essere un messaggio.
Non ha senso il discorso sulle piccole nazioni grandi solo nella lotta. Gli Stati Uniti hanno una grandissima tradizione e le varie Repubbliche ex-sovietiche insieme a Turchia, Iran e Cuba sono nazioni che contano. Eliminare la lotta vuol dire reimpostare il concetto di sfida sportiva con un’altra logica lontana dalla sfida contro un avversario. La sfida sportiva ha ormai senso (per il marketing soprattutto) solo se è dell’uomo contro se stesso.

Prendiamo Bolt a Londra 2012. C’era un avversario che aveva tutte le carte in regola per batterlo ma la sfida vera (quella promossa dai media) era quella di Bolt contro se stesso, in quanto recordman, vincitore assoluto nelle precedenti Olimpiadi, infortunato prima dell’evento olimpico. La sfida sportiva di Bolt non è mai stata contro gli altri ma contro i suoi parametri.

Il fatto che la lotta sia stata eliminata dai Giochi rientra perfettamente in questo nuovo modello dove serve come il pane l’uno eccezionale rispetto alla sfida tra pari.

Scommettiamo che lo sport ammesso sarà il kitesurf?

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