Il venerdì decisivo

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Il giorno decisivo del campionato era sempre una splendida giornata di sole. Ti svegliavi tardi e con gli occhi ancora moribidi bevevi latte freddo con biscotti dolcissimi. Uscivi e l’aria odorava di zenzero. Ma mica siamo ad Istanbul? Eppure lo zenzero lo sentivi. Gli amici parlavano poco, attenti solo al giornale che scriveva di desideri e determinazione. Tu speravi che tutto quello fosse realtà.

Quelli più grandi parlavano di tattica. Chi doveva marcare chi, chi doveva superare chi, chi doveva sostituire chi. In quelle parole la partita scorreva e arrivava al novantasimo in pochi minuti. Vederla era un film scaduto.

Le donne uscivano dalla Chiesa e non chiedevano. Dovevano rintanarsi. Dal giorno dopo sarebbero tornate al centro. Il prete tifava sempre per quelli che non avevano più niente da chiedere alla stagione e si faceva beatamente un aperitivo meritato dopo tre messe consecutive.

Con il mal di pancia che montava arrivava il pranzo, buttato via mentre il telegiornale sbolliva le sue notizie. Alle 14.40 eri pronto per uscire e varcare una soglia. Qualcuno a Domenica In ti chiedeva di restare. Ma non potevi….

Oh, diciamo che esaltare i tempi andati è al 90% una vaccata, che tutta sta poesia non c’era nemmeno allora, che il calcio forse aveva ancora più problemi di oggi.

Ma se tutto quello che il calcio è diventato permette di giocare la partita decisiva del campionato italiano di venerdì, i ragazzi di oggi sono ormai pronti ad appassionarsi con la stessa energia di quel ragazzo a qualche altra cosa.

Una risposta a “Il venerdì decisivo”

  1. I tempi sono cambiati purtroppo anche per noi! Dovrò scappare dall’ufficio, fare una doccia ed organizzare una birra o in un locale o a casa di un amico (spesso dell’opposta fazione). Sarebbe stato bello viverla di Domenica pomeriggio, assaporando quelle sensazioni che ci hanno fatto innamorare di questo sport. Ma vabbé…come dicevo cambia tutto ma l’importante è portarsi dentro quelle emozioni e riviverne ogni volta una diversa.
    Ciao Jvan.
    Donato (O’Prof)

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