I centraloni che soffrono

Versione ottimizzata per lettura su Smartphone (AMP).

RanocchiaSempre guardando le partite che mi capitano sottocchio ho visto letteralmente annaspare i vari Ranocchia, Metzelder, Fernandez. Rientrano tutti in una categoria che alla fine degli anni ’90 si è prepotentemente imposta: i difensori centrali alti più di 1,80, bravi nel gioco aereo e nel tenere la posizione quando si va in contrasto con l’attaccante avversario. È stato un must per tutti i duemila e ha portato all’affermazione di gente come Stam, Materazzi, Tudor e tanti altri (ricordo un promettentissimo Criscito difensore centrale spostato di peso sulla fascia per un gol di fisico subito contro Totti).

Se fino all’altro ieri il centralone poteva servire, oggi è assolutamente inutile. Il barcellonismo quotidiano che tutti cercano di replicare ha un principio fisio-tattico: gli attaccanti non hanno posizioni statiche e devono aprire spazi per gli inserimenti. Tutti devono farlo, non solo un ipotetico centravanti di manovra. Per farlo devono essere rapidi, agili, bravi nel dribbling e nello smarcamento. Di fronte ad un gioco del genere vien da sé che presentarsi in campo con un duo difensivo composto da Zapata-Mexes, Ranocchia-Rolando, Fernandez-Albiol, Bonucci-Chiellini è perdente dall’inizio.

Ho citato diverse coppie difensive delle nostre principali squadre per sottolineare che il problema è soprattutto del nostro calcio, per anni appresso a difensori dal grande fisico, abili a contrastare la nostra idea di attacco con un centravanti boa di raccordo. Il centravanti boa le altre squadre lo hanno completamente dimenticato e a noi è rimasto il pregiudizio che un centrale sotto l’1,80 sia inadatto. Iniziamo a pensare small e a puntare sull’agilità dei difensori senza pensare di cavarcela abbassando un mediano (De Rossi in nazionale).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *