Basket R-Evolution di Flavio Tranquillo (Baldini & Castoldi) è il classico libro che non ti aspetti da uno che fa telecronache sportive. O meglio, se hai seguito Tranquillo nella sua r-evolution telecronachistica (insieme al compare Federico Buffa) te lo puoi anche aspettare. Anzi, dico ancora meglio e rinnego l’incipit mai così inutile: questo è il libro che Flavio Tranquillo doveva scrivere. Un libro che viene dal suo approfondire e collegare, analizzare e soprattutto creare visioni d’insieme intorno ad uno sport mai così ampio da quando lui lo descrive.
Prende cinque personaggi del basket USA e li identifica come quelli che hanno acceso la miccia per le evoluzioni/rivoluzioni del titolo. Bob Douglas mostra a tutti come lo spettacolo atletico è business succulento (e per fare un vero show atletico ci vogliono i ragazzi di colore). Kenny Sailors decide di tirare la palla saltando, una cosa così semplice che nessuno c’aveva pensato prima. Jack Molinas è invece l’uomo che ha messo a rischio l’intero sistema, ad un attimo dal crollo. E anche grazie a lui, reggendosi a stento, è diventato più forte e credibile. Earl Strom ha dimostrato che le componenti in un gioco sono tante e tutte da considerare (e per tutte quelle che ci sono che il biglietto vale un tot). Pete Newell, la parte più semplice da comprendere, perché è chi ha evoluto le idee del gioco stesso.
Dopo la lettura di Basket R-Evolution pensi al gioco da prospettive totalmente nuove, molte, prima di esso, nascoste. Questo amplifica l’esperienza di visione e di ascolto delle telecronache tranquilliane rendendole ancora più eventi televisivi fuori dal flusso del semplice campionato che si sta disputando. C’è un magma così bollente e in movimento sotto una canestro di Steph Curry che potresti far fatica a gustarlo con la serenità della prima volta. Ma così non è tutto più bello?
Basket R-Evolution è la storia di come uno sport riesce ridefinirsi ogni volta intorno a personalità con idee che guardano oltre. Come e perché sono stati scelti i personaggi che fanno parte del libro?
Il primo, Bob Douglas, perché ne avevo sempre sentito parlare senza però mai approfondire. Avendo toccato con mano quanto ci fosse da approfondire ho poi pensato di cercare altri innovatori.
R-Evolution è un bellissimo concetto che tiene dentro tanti sensi diversi. Uno di questi è che l’evoluzione può essere miglioramento. Per te è sempre così o ci sono cose del passato che, perse definitivamente, ci fanno meno “evoluti”?
Il passato insegna sempre tantissimo, a patto però che venga usato per evolvere. Ci sono sicuramente delle cose del passato che scartiamo a priori in quanto tali, il che di per sé è involuzione. Credo però che nel tempo si recuperi tutto, che non esista la “perdita definitiva”, ma solo qualche fisiologica battuta d’arresto nel processo di evoluzione.
Per te il microcosmo basket, come tutti gli altri, si evolve davvero con piccole idee masticate anche da altri o con grandi e innovative visioni d’insieme?
Piccole e casuali intuizioni, la cui portata viene compresa nel tempo da molti altri.
Il basket è un lavoro che si fa con le mani e il corpo. Oggi la corporeità “migliorata” è per te lo slancio necessario per uno scatto evolutivo vero?
Il corpo migliora, ma rifiuto categoricamente l’idea di disgiungerlo a tavolino dalla tecnica. Le due cose sono fuse e vanno avanti, anche se spesso (come si diceva) facendo un po’ come i gamberi.
Nel libro hai parlato di gente che nel suo settore di competenza ha visto quello che non c’era. Oggi nel basket è ancora possibile? Se sì, dove l’evoluzione può e deve iniziare prima e meglio?
Possibilissimo. Le nuove tecnologie ci danno stimoli da questo punto di vista, si tratta di fonderli con quelle “visioni casuali” che prima o poi qualcuno avrà
Cosa leggi della letteratura sportiva contemporanea?
Biografie come “Open”, inchieste e saggi (l’ultimo “Duellanti” di Paolo Condò)
Su quale personaggio che non sia legato al basket scriveresti?
Un magistrato
SUL COMODINO (o in gabinetto) – Letteratura sportiva da leggere
Come alcuni hanno già visto c’è da leggere obbligatoriamente “I Duellanti” di Paolo Condò (Baldini & Castoldi).
Per chi non avesse ancora avuto occasione e piacere di leggere, è uscita da poco un’altra ristampa dell’“Arcimatto” di Gianni Brera (Book Time), forse il meglio del Brera che voleva dire la sua e contare dalle colonne del Guerin Sportivo.