Del rapporto che molto probabilmente è diventato amichevole fra Sarri e Guardiola ormai si conosce tanto. Il primo passo non poteva che farlo lo spagnolo, per pedigree doveva essere sua la cortesia d’approccio, il quale lo scorso anno ha spesso sottolineato quanto era bello il Napoli di Sarri.
Sarri ha arrossito e ringraziato più e più volte. La foto con i due e Sacchi in mezzo ha poi confermato come dal profeta di Fusignano discende il loro calcio immaginato (molti parlano di automatismi, ma prima devi immaginare traiettorie e movimenti del pallone e degli uomini. Solo dopo puoi chiedere di meccanizzarli).
La cosa però interessante con l’arrivo di Sarri al Chelsea è stato il tentativo da entrambe le parti di emulare l’altro in relazione a due scelte tattiche e di selezione degli uomini mostrate in questi anni.
Sarri si fa vendere senza problemi Courtois, il miglior portiere al mondo con Alisson, perché vuole Kepa, cercando di emulare quello che Guardiola sta facendo con Ederson al Manchester City. Ederson inizia con grande serenità e competenza le manovre della squadra di Guardiola, non cercando soltanto uno dei due centrali nel triangolo allargato che si va a formare ad inizio azione, ma anche metodista e mezzali, non avendo paura del recupero della palla e del contrattacco degli avversari. Con Ederson al centro dell’avvio della manovra, il Manchester City ha sempre un uomo in più a centrocampo, tendenzialmente libero. Questo uomo , se servito bene e al tempo giusto, può poi scatenare una serie di rimpiazzi da parte dell’altra squadra che la portano a disordinarsi e a scoprirsi. In questo modo si è più facilmente pericolosi.
Sarri ha visto in Kepa un calciatore che ha già competenze tecniche, ma anche di letture del gioco tali da poter emulare l’idea di Guardiola.
Allo stesso tempo Guardiola ha voluto Mahrez per emulare quello che Sarri ha fatto con Insigne al Napoli. In quella posizione Guardiola ha sempre giocato con un calciatore rapido, con una grande capacità di rispettare gli automatismi offensivi e servire i compagni più creativi. Per il suo Manchester City 2018-2019 invece ha scelto un creativo puro, che ha meno capacità associative, rallenta il ritmo di manovra perché immagina più soluzioni, mentre calciatori come Pedro e Sané si esaltavano nei due tocchi, ma allo stesso tempo è più creativo, più geniale, può scegliere più soluzioni, che vanno anche fuori dallo spartito. La stessa cosa, con le dovute proporzioni almeno per la difficoltà dei due campionati, Sarri ha sviluppato con Insigne, riuscendo da una parte a farlo dialogare con i suoi automatismi soprattutto nello sviluppo della manovra, ma poi lasciarlo anche libero di inventare quando serviva l’elemento strettamente personale.
E non è finita qui, i due adesso si conosceranno ancora più profondamente, giocando nello stesso campionato, e per i lettori del gioco ci sarà da divertirsi.