LA LETTURA: BOSNIA-ITALIA 0-2

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Dovevamo vincere contro la Bosnia per arrivare alla Final Four di Europa League e lo abbiamo fatto senza patemi né nervosismi. Del gioco e delle scelte di questa Italia ne abbiamo parlato spesso, per questa partita vorrei solo sottolineare dei piccoli elementi.
In primo luogo la partita di Berardi, non solo autore di un grande gol, ma davvero prezioso nel gioco di uscita dal pressing avversario. Tante volte abbiamo aperto il campo grazie alla sua doppia componente importante per questa funzione specifica: è molto bravo tecnicamente e allo stesso tempo è fisicamente potente. In questo modo sopporta l’aggressione avversaria e sa gestire bene il pallone per farlo uscire col tempo giusto e la giusta direzione verso il centro del campo. Anche qui Mancini è stato bravissimo nel guardare quello che fa al Sassuolo con De Zerbi e a riproporlo.
Secondo elemento. Siamo bravi anche nel variare spartito. Nei primi 20 minuti non siamo riusciti a trovare Insigne e Barella fra le linee, come contro la Polonia. Abbiamo ovviato cambiando rapidamente gioco sul lato debole per poi servire al centro con un cross. È una scelta giusta perché con un centravanti come Belotti che supera fisicamente il diretto avversario, possiamo essere pericolosi anche in questo modo, come è successo in due occasioni.
L’azione-manifesto delle due cose scritte prima arriva al 38’ ed è uno spreco per l’highlight sempiterno. Berardi e Locatelli giocano a doppia corsia sulla destra. L’attaccante del Sassuolo regge l’urto del difensore e con un pregevole tocco serve perfettamente sulla corsa Locatelli, il quale fa tre passi e cambia gioco, dove c’è solo Insigne contro l’avversario diretto. Lo supera con un bellissimo controllo orientato e tira a giro colpendo il palo. Questo è stato in pochissime parole il meglio dell’Italia di ieri.
Un piccolo appunto lo farei sul fatto che l’unico vero grande portatore di palla in velocità che abbiamo è Emerson. Non che sia un difetto, per carità, però avere un calciatore che spesso faccia 20 metri di campo palla al piede è sempre un’arma in più. Ma per avere delle controprove è giusto vedere Barella e Chiesa insieme sulla destra.
Infine Locatelli. In questo momento è un calciatore con la consapevolezza tecnica spagnola, la sintesi pratica tedesca e le idee spesso giuste italiane. Dopo aver dominato il ticket Ruiz-Bakayoko in campionato avevo questo sentore, ma queste due partite contro Polonia e Bosnia lo innalzano davvero verso un altro livello.