IL CALCIO AI TEMPI DELLE ELEZIONI – 1958

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Il 24 maggio 1958, la sera prima delle terze elezioni repubblicane del nostro Paese, ci fu un evento storico. Per la prima volta, allo Stadio Comunale di Torino, con inizio alle 21.15, si disputava una partita con luci artificiali nella nostra serie A. La Juve aveva già vinto il campionato ed era fortissima, grazie al trio offensivo Sivori, Boniperti, Charles. La Roma schierava in campo due degli oriundi con cui ce la prendemmo dopo la “Tragedia di Belfast” che ci estromise dai Mondiali svedesi, Alcides Ghiggia e Dino da Costa. Non ci fu partita, troppo forti i bianconeri con gol proprio dei tre tenori. Nel video di seguito si può notare come la capacità sgusciante di Ghiggia viene frantumata sul nascere da un calcio assassino di Bruno Garzena. Il terzo gol di Boniperti, con precedente palleggio e assist di Sivori, è una vera sciccheria. Per la Juve quella fu la prima stella.

Sempre quel giorno poi si gioca anche Bologna-Inter, due squadre molto deluse dopo gli acquisti favolosi dell’estate (per l’Inter Angelillo, mentre per il Bologna Maschio, completando così con Sivori in bianconero il trio degli “Angeli dalla faccia sporca” che aveva incantato durante la Copa America 1957).
Fra tanta grandezza sudamericana, decide la sfida il ragazzo di Sanguinetto, Luigi Pivatelli. Qualche anno dopo “Piva” sarà tatticamente determinante a Wembley, nella finale di Coppa dei Campioni del suo Milan contro il Benfica. Da ala tattica, riusciva a creare sempre superiorità numerica a centrocampo e a raddoppiare la mente della squadra lusitana, Coluna. Lo “speremo de no” di Rocco ebbe ancora una volta ragione. Fermato lui infatti, nonostante il Benfica era nettamente più forte, poté scatenarsi Altafini.

Il giorno dopo è la domenica delle elezioni, ma il calcio continua, si potrà votare anche il giorno dopo.
Sampdoria-Torino è un massacro. 4-0 con gol di Giuseppe Recagno, Giuseppe Farina, Giovanni Bolzoni, detto “Sconquasso” (molti giovani sampdoriani nel 1958 vinsero il Viareggio ed entrarono stabilmente in prima squadra) e il mito dei tifosi, l’austriaco Ernst Ocwirk, anni dopo anche lui ucciso dalla SLA.
Milan-Genoa altro massacro di fine campionato ai danni di un Milan scudettato l’anno precedente. Il Grifone vince 1-5 a San Siro e sono due i calciatori a fare faville. Il primo è Julio Abbadie, giocatore grande. Uruguaiano, sapeva fare tutto col pallone, un maestro, detto “El pardo”. Dopo Genoa e Lecco tornò al suo Penarol e a 36 anni vinse prima la Libertadores 1966 contro il River Plate, segnando nella prima e nella terza partita (con lui in attacco Alberto Spencer, altro mito di cui si parla poco) e poi anche l’Intercontinentale contro il Real Madrid, dando due pere a Pirri, Zoco, Gento e Amancio anche al Bernabeu (dopo il 2-0 di Montevideo). Qui la “bella” di Libertadores a Montevideo vinta 4-2. Abbadie segna un bel gol ma la doppietta di Spencer fa intendere che giocatore era.

L’altro mattatore di giornata fu Paolone Barison, autore di una tripletta e poi acquistato dal Milan per il suo primo ciclo d’oro. Per la storia e la morte di Barison, qui c’è troppo poco spazio. Via Magliarossonera ho trovato questo bel ritaglio di giornale.

Anche il Napoli, che era partito molto bene in campionato quella domenica di elezioni prese quattro gol. Dal Lanerossi Vicenza per cui segnano due nomi storici. Il primo è Renzo Cappellaro, nato proprio a Vicenza, il quale con la maglia biancorossa stabilisce il record di gol segnati nel Torneo di Viareggio, 14 gol come Ciro Immobile. Il secondo è Giulio Savoini, che invece nasce nei pressi di Alessandria, dove inizia a giocare, ma poi diventa vicentino, giocando 317 partite con il Lanerossi.
Punteggio tennistico anche in Fiorentina-Padova, 6-1, si vede che le elezioni distraevano. Il Padova aveva insidiato anche la Juve fino a metà campionato e oltre. Nell’ultima giornata tira i remi in barca, ma termina comunque terzo in classifica. Ovviamente è il Padova di Rocco allenatore, Humberto Rosa come cervello e la coppia Brighenti-Hamrin di punta. Dietro tiravano una riga che gli attaccanti non dovevano superare Ivano Blason e Silvano Moro. La Fiorentina era molto bella e c’erano ancora tanti calciatori che due anni prima avevano vinto il campionato. Segnarono Julinho, Montuori, Claudio Bizzarri e tre gol Giuseppe Virgili, che Gianni Brera chiamava Pecos Bill. In Nazionale fu fuoco e cenere nel giro di un anno. In Italia-Brasile del 1956 segnò due gol a Gilmar e alla difesa guidata da Nilton Santos e Djalma Santos. Dopo Jugoslavia-Italia 6-1 del 1957, fermo alla stazione di Trieste (stiamo parlando di Trieste e i tifosi erano arrabbiati dopo una sconfitta in Jugoslavia, geopolitica zero per Pecos Bill), gridò “Andate a lavorare” ai tifosi neri di rabbia e protestanti. Rischiò il linciaggio seduta stante e non vide più l’azzurro della Nazionale. Sentiamoci la radiocronaca di Carosio di Italia-Brasile, va.

Alessandria-Udinese 1-2, partita serena con gol di Alberto Fontanesi, poi passato alla SPAL e prima di Lazzari ultimo spallino a indossare la maglia azzurra e Luciano Piquè per i bianconeri, mentre per i grigi segna Marco Savioni. Un mese prima di questa partita c’era stata un’amichevole tra l’Alessandria e la squadra svedese dell’AIK. Franco Pedroni, allenatore della squadra piemontese, decise di far giocare un ragazzino di 14 anni con i grandi. Quel ragazzino giocò bene e segnò anche un gol. Si chiamava Gianni Rivera.

A proposito di SPAL, anche la squadra di Ferrara era in A e ci restò dopo un campionato tribolato. Fondamentale la vittoria all’ultima giornata contro l’Atalanta, diretta concorrente, per 2-1. Segnano un brasiliano misterioso, di cui ho scoperto poco, Wilson Sorio e Pietro Broccini. Per la Dea segna Raul Conti e qui ci fermiamo. Nato a Pergamino, vicino Buenos Aires, Conti è un principe del calcio, ma con la svogliatezza come dono eterno. Bruno Roghi scrisse di lui che “calzava la palla come una pantofola”. Era vero, in ogni senso. All’inizio di questo video, lo si vede gigioneggiare con la maglia del Bari contro il Milan a San Siro nel 1961.

Infine Lazio-Verona, altro 4-0 secco con gol di Ugo Pozzan, Franco Carradori e poi due grandi calciatori, Arne “Raggio di Luna” Selsmosson (diede il titolo a una rivista di Garinei e Giovannini, “La padrona di Raggio di Luna”, interpretata da Delia Scala) e Humberto Tozzi, attenzione alla H per carità. Tozzi era un grande calciatore, ha segnato il primo gol nella storia del calcio olimpico per il Brasile a Helsinki 1952, ha giocato ed è stato espulso in una delle partite più belle degli anni ’50, Brasile-Ungheria quarti di finale di Svizzera 1954 e nel 1961 era tornato in Brasile, al Palmeiras e giocò la finale di Libertadores che però fu vinta dai prossimi compagni di Abbadie del Penarol.