IL CALCIO AI TEMPI DELLE ELEZIONI – 1992

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Quelle del 5 e 6 aprile 1992 sono state le elezioni prima del crollo, si era sul Titanic ma molti continuavano a suonare. Intanto Silvione stava già facendo le sue ricerche di mercato. Avrebbe vinto anche perché rappresentava un modello nuovo, portatore almeno a parole di nuovi valori. L’idea dell’imprenditore al potere sarebbe stata ben voluta anche perché il Milan in quegli anni dominava e quel campionato, vinto con 8 punti di vantaggio sulla Juve, lo dimostrava.

La giornata di serie A è tutta di domenica 5 e ripercorrerla è un tuffo al cuore e anche un po’ all’intestino. Il Parma iniziava a fare sul serio, finendo settima in campionato e vincendo la Coppa Italia che l’anno dopo la spedirà nella finale di Wembley contro l’Anversa. Quella domenica giocò contro un’altra squadra in grande spolvero in quegli anni, il Cagliari. I nomi dei presenti fanno fare la pelle di coccodrillo: Osio-Brolin da una parte, Francescoli-Criniti dall’altra, prendendo i primi quattro capitati sotto mano. Finisce 1-1 con gol di José Herrera, un calciatore dallo spessore in tutti i sensi totale. Diventerà anche suocero di Godin. Per il Parma segna il Condor, scrivere il cognome mi sembra superfluo dato che Tovalieri non ha mai giocato nel Parma.
Attenzione al video: a un certo punto si dice “lo stopper Apolloni”.

C’è stato un tempo in cui i derby della Mole addirittura li vinceva il Toro e questo è uno di quelli. Era il Torino che il 13 maggio di quell’anno vedrà Mondonico alzare una sedia nello Stadio Olimpico di Amsterdam. Semplicemente il miglior Toro degli ultimi 50 anni. Segna due gol il mito, Wálter Casagrande Júnior. È appena uscito per Edizioni InContropiede un libro su di lui scritto da Enzo Palladini, “Casagrande, all’inferno e ritorno“. Leggerlo è più che necessario.
Attenzione al video: sono presenti entrate di Bruno e Annoni (ma anche una di Marocchi già ammonito niente male). Allontanate i bambini dallo schermo.

https://www.youtube.com/watch?v=dVLFS4NZON8

La partita più bella della giornata è Napoli-Roma 3-2. Dopo 20 minuti la Roma è già 0-2, poi il Napoli piazza una di quelle rimonte che riuscivano solo quando c’era lui. Ma lui non c’è più. C’è però l’altro, Gianfranco Zola, un assist di velluto e un gol con stop di zucchero.
In panchina per la Roma, Ottavio Bianchi.

Il Milan capolista è di Capello ed è ingiocabile. Questa con la Sampdoria, la squadra che il 20 maggio giocherà la finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona, finisce 5-1. Segnano tutti e sono tutti gol bellissimi, sotto il diluvio. Come facevi a non innamorarti di quei calciatori.
Attenzione al video: c’è Pietro Vierchowod con il codino.


Anche il Genoa faceva tremare il mondo, tanto da vincere ad Anfield Road pochi giorni prima. In questa giornata vince contro il Verona per 1-0 con gol di Branco, ma se leggiamo insieme l’attacco del Verona, vi faccio vedere che entrerete in una sorta di trance: Dragan Stojković, Pietro Fanna, Florin Răducioiu. Forte, vero? E peccato che quel giorno non ci fosse Robert Prytz . No, un attimo, c’è dell’altro: allenatore scaligero Niels Liedholm. Sì, lo so non me lo aspettavo nemmeno io.


In mezzo a tutte queste meraviglie appariva anche il Foggia di Zeman, serenamente nono a fine anno con un calcio mai visto prima. Qui vince 2-0 contro la Cremonese di Rampulla e anche in questo caso lacrima per l’attacco: Marco Giandebiaggi a suggerire per Matjaž Florjančič e Gustavo Dezotti. Ho trovato solo i due gol del Foggia, ma il sinistro di Signori quasi supera la velocità della luce.

Squadra-materasso della stagione l’Ascoli di Costantino Rozzi che si era fatto dare dall’Inter un ragazzo tedesco, Oliver Bierhoff, in questa partita al suo secondo e ultimo gol stagionale proprio contro i nerazzurri (segna di testa, ho voluto aggiungere questa nota perché mi piace La Palice). Beh, l’Inter decide di non riprenderlo anche perché in quel periodo segnava molto un altro tedesco che avevano, Jürgen Klinsmann, autore della doppietta decisiva in quella partita. Segna un gol molto bello e uno senza farlo apposta.

https://www.youtube.com/watch?v=FsIgfxe5MrE

Fiorentina-Atalanta in quegli anni era una pura sfida di centroclassifica, anche se i Viola avevano una gran bella squadra. L’anno dopo andranno addirittura in B senza un motivo apparente. Radice quel giorno schierò addirittura due numeri 10, Alessandro Orlando e Pietro Maiellaro, a sostegno di Gabriel Batistuta. A centrocampo corsa, durezza e fosforo con Iachini, Mazinho e Dunga, in difesa c’era Malusci libero. L’Atalanta aveva un attacco-LSD con Stromberg, Caniggia e Bianchezi. Finisce 3-0, Orlando e due di Bati.
Attenzione al video: all’inizio un sempre melodioso Marcello Giannini.



Infine Lazio-Bari 3-1. Segnano Riedle e due volte Ruben Sosa per i biancocelesti, Enrico Cucchi per il Bari. In porta per i pugliesi un signore a cui portavi rispetto nel momento esatto in cui ti appariva tra i cinque del pacchetto: Giuseppe Alberga.