NOTTE PRIMA DEI MONDIALI

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È vero, è proprio vero, questi Mondiali sono la cosa più vicina a quel bambino che veniva col pallone e decideva le squadre, i portieri e pure quando era il momento di vincere segnando l’ultimo gol.
Però domani iniziano i Mondiali, dove vai a nasconderti? Prima di tutto non ti puoi nascondere dalle tue emozioni, anche senza l’Italia. I Mondiali sono quella cosa che ti fa ricordare quando ti sei rotto il menisco a 14 anni perché la sera c’era Germania-Corea del Sud (1994). Sembrano poco importanti, ma per un sacco di gente cadenzano il vissuto (che palle la festa di comunione durante Egitto-Irlanda nel 1990).
Certo questi Mondiali si sono messi proprio d’impegno per non farsi considerare, soprattutto da noi italiani. Manca la Nazionale e questo toglie l’interesse di milioni di persone.
Mancano pure due dei tre migliori attaccanti al mondo oggi, Haaland e Salah, e questo manco aiuta e poi il momento dell’anno in cui si è deciso di farli.
Va bene, facciamoli d’inverno, anche se Michel, mi ricordo come fosse ieri, quando Joseph tirò fuori il foglio con il nome QATAR, tu dicesti che si sarebbero svolti d’estate. Ma se proprio dobbiamo farli d’inverno, questo è il peggior periodo dell’anno per farsi guardare. Ma scusa, facciamoli durante le feste natalizie, che ve lo devo dire io?
Oltretutto è un Mondiale di vecchi. Tutto ruota intorno a due nati prima dell’uscita in sala dell’Ultimo Imperatore di Bertolucci, giusto per farvi allungare il collo all’indietro. Due che oltretutto sono quasi fermi in campo per la maggior parte della partita e spesso sono pure nervosi come quelli che sbruffano ai cantieri.
Però questi due magari sono ancora i mejo fichi del bigoncio, e questo dice anche tanto su cosa sono stati e saranno per la storia del calcio.
E poi ci sono gli altri, tanti, tanti altri, che sono bravissimi e sono giovani. Un nome? Ansu Fati. Verrò smentito dopo tre minuti di Spagna-Costa Rica, ma Ansu Fati secondo me diventa grande durante questo mese.
Per farla breve c’è il calcio, c’è la voglia di vincere per quella cosa chiamata Nazione o Patria che la politica cerca di tirare da tutte le parti e invece dentro ognuno di noi ha un senso particolare e mai identico a quello di un altro (anche quando la odi). E poi c’è lo stranissimo desiderio di farsi ricordare. Gli Antichi Greci quello volevano dalla loro esistenza, non c’era un bene da perseguire da vivi per vivere meglio dopo, nell’eternità. Si è eterni se si resta sulla Terra il più possibile, anche dopo morti. Questa tara non ce l’ha tolta la Buona Novella, pensa te se può farcela un Mondiale assurdo.
Con il calcio per restare nella testa e nei ricordi anche di chi non c’è stato a guardare. I calciatori, che pensiamo interessati solo alle Lamborghini, oggi stanno pensando a questo. Come fa a non essere bello vedere 22 persone che vogliono fare epica?