In questi sei giorni la Nazionale è stata trattata letteralmente come una pezza da piedi. Uno a cui è stato affidato in pratica tutto il settore tecnico decide di andarsene a 20 giorni da un doppio confronto decisivo per le qualificazioni europee con una mail da Mykonos. E stendiamo un velo pietoso poi sulle dichiarazioni fatte, i messaggi della moglie. Se avesse detto: “Mi danno una sfragnata di soldi in Arabia”, era da monumento equestre in piazza subito. Invece è scappato nemmeno dalla finestra, dalla porta basculante per il cane.
Un altro che ha tutte le ragioni del mondo, soprattutto se parliamo del principio tutto italiano della deroga che sconfessa la regola, ma che non portando la questione a un livello politico bensì in piazza (con le istituzioni il livello è politico, altrimenti diventa il bar del paese) dimostra di non avere nessuna considerazione per l’istituzione stessa che però lo rappresenta comunque.
Nel sistema o ci sei (un esempio? Voti il Presidente della Lega Calcio attualmente in carica) o non ci sei. Se ti fa schifo devi agire politicamente per cambiarlo. Per me far uscire un comunicato stampa dove, ripeto, esprimi anche ragioni ottime, non ti aiuta a cambiarlo. Ora spero solo che al primo rigore procurato da Nathan o Juan Jesus non si giustifichi tutto con: “Lo ha dato Gravina!”.
Vogliamo poi dire a tutti coloro che hanno praticamente irriso la Nazionale il valore che fa acquisire al sistema in cui sono dentro, ai calciatori che ci giocano e di riflesso alle tasche di ognuno?
Si esce da questi sei giorni però con un fatto in netta controtendenza. Dopo la qualità di gioco dimostrata al Napoli, Luciano Spalletti il prossimo anno avrebbe avuto il mondo del calcio ai suoi piedi, guadagnando una quantità di soldi che sarebbero state bene le sue prossime cinque generazioni. Invece ha deciso di andare in Nazionale, in una Nazionale che rischia lo spareggio per andare agli Europei, in cui ci sono sempre meno azzurrabili se non li inventi, in cui i calciatori che hanno vinto un argento mondiale e un oro europeo giovanile siedono serenamente in panchina o tribuna ogni weekend.
Forse e dico un forse con tante “o”, Spalletti ha sentito qualcosa che per la Nazionale si dovrebbe provare, si dovrebbe appunto sentire. Se fosse così, è un primo passo già importante.