CI VOLEVA SUWARSO PER SPIEGARCI COME FARE?

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Qualche giorno fa il presidente del Como Mirwan Suwarso ha rilasciato un’intervista a La Stampa, in cui diceva in grandissima sintesi: “Qui il brand è il lago di Como e ci concentriamo su quello”, sottolineando come la squadra di calcio può diventare un affluente narrativo interessante e quindi attirare interesse, persone e soldi, solo se entra nel grande fiume del racconto del Lago di Como. Sembra complesso da capire, almeno per quel che riguarda la sua attuazione pratica, invece è di una semplicità estrema.
Capire o almeno farsi spiegare da esperti di marketing cosa sia nel mondo il Lago di Como è una questione di minuti. Se vogliamo chiedere all’AI e farcelo riassumere in 10 secondi, i valori principali sono: eleganza, bellezza sostenibile, rifugio lontano dal caos, lusso raffinato.
Cosa dice Mirwan Suwarso? Noi partiamo da questi valori/significati del luogo in cui costruiamo la squadra di calcio e non vogliamo né portare valori nostri, che magari abbiamo usato in altri progetti, ma nemmeno adeguarci ai valori che la serie A sta proponendo da quasi un ventennio.
A questo punto, ci starebbe bene la domanda? Ma si può costruire una squadra imperniandola sui valori di un luogo? Ebbene sì, sembra incredibile nel calcio omologato degli anni ’20 e invece si può fare. I calciatori, l’allenatore, la comunicazione, lo stadio, l’immagine generale del Como risponde pienamente a quei valori e sta iniziando a essere sempre più riconoscibile e riconosciuta, anche senza la (per adesso) ribalta europea.
I personaggi famosi che sono venuti al Sinigaglia in questa stagione erano esclusivamente materiale per meme ironici e così abbiamo perso la forza del messaggio. Sempre nella stessa intervista il Presidente del Como dice: “Non siamo noi a invitarli, loro vengono a Como in vacanza e ci chiedono di vedere le partite”. La squadra del Como è entrata a far parte di un’esperienza all’insegna di determinati valori che la squadra stessa rispecchia e mostra, esaltando i tifosi, autoctoni e no.
Questo è un modello vincente che tanti in Italia potrebbero e dovrebbero imitare, non considerando ancora il calcio come sfogatoio per le masse o catino per il consenso, ma come elemento strutturale nel racconto di una città e di un luogo, in cui il tifoso di casa e quello esterno possano ritrovare un modo di vivere quel posto e un modo per sentirsi bene.