L’onnicomprensività semiologica è il tratto principale di chi vuole davvero spolverare gli armadi delle vecchie società. Il Futurismo e il Maggio francese in questo si assomigliano e magari partono dalle stesse concezioni fondamentali per arrivare a traguardi differenti (mah… non so, lo scopo ad un certo punto è diventato giocarci sopra e sfruttare per sé l’onda lunga). Tutto questo per dire che al Circo Massimo di Roma, domenica 13 settembre, si è svolta la prima edizione della “Corsa Futurista”. “La corsa – ha spiegato FerdyColloca, ideatore dell’evento, ex nazionale di atletica leggera – si è articolata in 6 giri e mezzo all’interno del Circo Massimo per una distanza di circa 10 km. La partecipazione era aperta fino ad un massimo di 500 atleti, anche se inizialmente avevamo pensato a 100 come gli anni compiuti dal Futurismo. Ogni corridore ha indossato uno speciale led posizionato sulla fronte che ha proiettato fasci di luce durante le corsa”. Sono questi flussi dui luce il centro semiologico dello sforzo fisico e di questa specie di danza elettrica che è diventata la gara podistica. Cose del genere mi fanno stare bene. Complimenti.