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In questo modo viene fuori la malinconia ma anche i contorni un po’ sognanti di una piccola e nobile storiella da bar.
A Sorrento per fatti pubblici, ho incontrato Giuseppe Bruscolotti, il vecchio e saggio Pal e Fierr’, che proprio nella città dove si vuol tornare è cresciuto calcisticamente prima di andare a Napoli e farsi la storia. Ma il Napoli entra anche nel piccolo evento di cui Bruscolotti fu protagonista e di cui mezza città mi ha parlato in poche ore.
Parliamo di una partita di calcio che a Sorrento si ricordano anche quelli che non erano nati, bravi nel propagandarla da buoni aedi.
Il 29 agosto 1971, nel primo turno della Coppa Italia, il Sorrento incontra il Napoli per una sfida dove Davide arrivava di fronte a Golia con la sorte segnata. E invece in quella fine estate i rossoneri fecero l’impresa della vita e vinsero 1-0 al San Paolo di Napoli, di fronte a 5000 spettatori, con un gol di Bozza che batté Dino Zoff.
Attorno al totem Bruscolotti, quel giorno è stato analizzato e percorso da centinaia di discorsi e tutti, chi fisicamente, chi con gli occhi di qualche parente o amico, hanno portato la loro testimonianza.
In poche ore e grazie ad una inutile (per il Napoli, che vincerà il gironcino di qualificazione e arriverà addirittura in finale di quella Coppa Italia, battuto a Roma dal Milan) e memorabile partita, la storia di tanti si è fatta piccolissima ed è diventata una faccenda di campo.
Bruscolotti ricordava e approfondiva, buttando lì un paio di aneddoti sinceri, sembrava uno zio con i nipoti o un fratello maggiore che la sa fin troppo lunga. A fine serata la solita domanda: ma il calcio di oggi può dare altri Sorrento e altri ricordi del genere?