Letteratura Sportiva

Essere Mike Tyson di Andrea Bacci

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Heri dicebamus… (azzo che cit.) di letteratura e boxe, sottolineando come Torromeo con “Meraviglioso” scava nel meraviglioso appunto delle sue sensazioni di cronista verace. Messomi in carrozza mi sono fatto trainare da un altro scrittore di pugilatori, Andrea Bacci, così diversamente speciale come Torromeo.
La sua ultima fatica per Limina è “Essere Mike Tyson”, cronistoria totale del Tyson assoluto, quello che tira pugni agli altri e schiaffi a sé, fa la parte dell’animale e ha un’anima che in parte pochi avvistano.
Il libro di Bacci è americano nel midollo, degno successore dei “Being… “ che da McEnroe in poi hanno deliziato il nostro palato oculare. Fare un libro Being vuol dire diverse cose: raccontare una vita pubblica, fare luce su faccende di vita privata, conoscere davvero i protagonisti di una storia che non deve avere niente di cinematografico, far entrare in mezza pagina la cronaca di una vicenda vista da quattro prospettive diverse: dell’autore, del lettore, del protagonista, degli uomini del tempo di cui si narra.
Tutto questo Andrea Bacci lo realizza parlando di Tyson come non era stato ancora fatto, grazie anche ad uno sguardo ormai distante dalle vicende di un atleta che ha segnato così tanto la boxe da cambiarla radicalmente. La boxe prima di Tyson era pura mitopoiesi. Alì, Foreman, Monzon, Hagler sono sempre descritti come oltreuomini, capaci di portarci sul Monte Athos per qualche ora all’anno. La boxe di Tyson era cronaca in presa diretta. I pugili non sono più lassù, ma vivono con le nostre nefandezze e delizie.
La boxe dopo Tyson è una scialba replica di un reality già visto. Bacci racconta un atleta e la trasformazione di uno sport.
P.S. Un titolo altro a questo libro potrebbe essere “Il diavolo e Mike Tyson”, se avete bisogno del perché leggete improrogabilmente il capolavoro.

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