Letteratura Sportiva

Arrivano i centrocampisti

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Questo Mondiale segnerà un passaggio di consegne per adesso mai accaduto nella storia del calcio. È un riflessione un po’ forte, ma adesso vi spiego perché ho osato tanto. In nessun Mondiale come quello che parte l’11 giugno, tante squadre giocheranno con assetti che prevedono una sola punta. Per questo motivo le punte convocate non sono mai in eccesso e il centravanti titolare è per quasi tutte le formazioni già definito. A questo bisogna aggiungere che ci saranno pochissime seconde punte, quasi tutte trasformate in ali tornanti o in mezzepunte. Premesso tutto ciò, arrivo alla mia verità, che preannunciavo rivoluzionaria: questo sarà l’anno della definitiva affermazione dei centrocampisti come uomini-franchigia della maggior parte delle squadre nazionali, con relativa importanza aumentata in sede di contrattazione economica con i clubs e in valore d’immagine in fase di votazione per i premi personali.
Molte squadre hanno il loro campione copertina proprio a centrocampo. Il Messico ha un metodista d’antan, Torrado, con i ritmi di gioco negli alluci, l’Australia ha il filtrador che può cambiare la vita, Cahill, la Serbia ha un centrocampo completo e Jovanovic capace di caterve di gol partendo da interno, la Corea del Sud ha il miglior calciatore di sempre tra le sue fila, Park Ji Sung, il Camerun ha il miglior prospetto futuro nel ruolo di mediano, Song, la Slovacchia si affida quasi esclusivamente alle pensate geniali di Hamsik, la Svizzera ha Bernetta che copre mezzo campo rimanendo lucido e l’Honduras insieme al Cile hanno i due talismani che accendono la luce del gioco, Leon e Mati Fernandez.
Tante squadre di medio cabotaggio hanno il loro uomo migliore a centrocampo, ma anche le squadre migliore hanno il loro reparto di eccellenza proprio lì in mezzo, creando coppie indissolubili. La Spagna impera con i padroni del vapore Xavi-Iniesta, da Maradona imitati con Veron-Mascherano, Capello ha registrato il duo Lampard-Gerrard grazie all’equilibrio di Gareth Barry, per questo lo ha portato azzoppato, gli USA hanno uno dei centrocampo più dinamici e pericolosi in zona gol, Bradley-Dempsey, la Germania deve far coesistere tre stelline Marin-Ozil-Kroos, il Ghana riparte dal vecchio e il nuovo, Appiah-Asamoah, l’Olanda ha una doppia coppia per tutti i gusti, interdittori De Jong-Engelaar, mezzeali Sneijder-van der Vaart, la Grecia parte come sempre dagli eterni Katsouranis-Karagounis, il Giappone si butta sul doppio Nakamura, Shunsuke-Kengo, la Costa d’Avorio ha una sola speranza di essere ben registrata se giocano ad alto livello Zokora e Roamric, addirittura il Brasile affida i suoi destini alle grazie di Elano e Ramires.
Accanto ai campioni-franchigia e alle coppie di fatto, in Sudafrica ci saranno anche tanti giovani centrocampisti che vorranno accrescere ancora di più il valore del ruolo. Teko Modise è una delle poche facce esportabili del Sudafrica, Nicolas Lodeiro deve convincere Tabarez che sa innescare Forlan-Suarez, Krhin deve prendere atto che giocare in serie A è un suo diritto, Ortigoza è l’unica scintilla di vita in un Paraguay senza Cabanas, David Mulligan è l’unico motivo per non dormire davanti alla Nuova Zelanda, So Kwang Chol nelle partite di qualificazioni ha dimostrato ottime cose. E l’Italia? Non potendo fare affidamento su una difesa che non promette niente di buono, giocando ad una sola punta, possiamo pregare solo in un grande centrocampo, che ha Marchisio come incursore e il duo De Rossi-Montolivo, il nuovo duo pirandelliano, come cuore del gioco.

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