Questa è una versione della pagina per dispositivi mobili, vedi pagina originale.
La prima boccata d’aria l’ha portata il Maestro Tabarez, che ha cambiato faccia all’Uruguay, presentatosi all’esordio con un 4-4-2 e un Forlan che si abbassava molto e trasformava l’assetto in un 4-4-1-1 (variabile ancora più difensiva del 4-2-3-1), in 4-3-1-2, usando il buon vecchio “attacco triangolo” (siamo sempre sotto effetto finale NBA) e avendo ragione di un Sudafrica quasi impresentabile.
Grazie alla mobilità e all’intelligenza tattica di Forlan, Cavani e Suarez, l’attacco 1-2 dell’Uruguay era molto mobile, con il triangolo 1-2 che si formava e riformava a seconda dei movimenti della palla, ridefinendo poi un 2-1 quando il Sudafrica ripartiva. In questo modo l’Uruguay ha totalmente dominato la partita ed ha fatto vedere un calcio pericoloso in fase di possesso palla e accorto in quella di non possesso. Il Maestro, che nell’ultima partita vinta dall’Uruguay ai mondiali schierava Francescoli dietro Sergio Martinez e Ruben Sosa, è ripartito dal 1990 per vincere e ipotecare il passaggio del turno.