Letteratura Sportiva

Borg vs McEnroe di Malcom Folley

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Troppo facile parlare di antitesi, universi contro, ideologie differenti. Dopo aver letto il bellissimo libro di Malcom Folley, “Borg vs McEnroe”, pubblicato dalla Effepi Libri (che in questi anni ha sfornato ottimi libri sul tennis, i suoi numeri e le sue vicende), vorrei sottolineare gli elementi in comune che hanno accompagnato in parallelo i percorsi dei due tennisti.
Borg è stato immenso per la dimensione futuristica data al gioco; corsa, velocità, forma fisica, sostanza negli scambi, qualche colpo superiore. Di Borg oggi ne vediamo qualcuno in giro, tutti ad alti livelli. McEnroe è invece impossibile da replicare. Se Borg è il primo tennista di una generazione nuova, McEnroe è il più grande della vecchia generazione, che ancora oggi calca i campi ma non fa grandi risultati.
Cosa li accomunava due così distanti? L’energia in campo, capace di implodere in Borg ed esplodere in McEnroe, le intuizioni quando l’avversario dominava il gioco (sotto pressione i loro passanti non si vedono nemmeno oggi), una timidezza estrema, emergente allo stesso modo fuori dal campo. Borg e McEnore non erano affatto diversi. Pensavano che il lavoro (se non giocava, Borg si allenava, McEnore invece faceva i tornei di doppio per allenarsi) era il motivo primo e la strategia unica per battere l’altro. Gli improperi agli arbitri, la vita scellerata post-tennis, il ritiro precoce, l’addio lungo e benedetto dal marketing sono solo appendici minime di quello che sono stati Borg e McEnroe per lo sport: due atleti, ma un solo modo di affrontare l’avversario. Per cercare di superarlo con le armi della propria testa, prima che del proprio talento.

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