In pochi anni Daniele Molmenti ha saputo costruirsi un presente e un futuro da grande stella della Canoa Slalom a livello internazionale. La sua classe e la sua forza razionale nello scendere è un modello per tanti canoisti, con la scuola italiana che sta iniziando a produrre giovani di grande qualità.
Ad un anno dalla prova olimpica più attesa della storia per la canoa slalom italiana, abbiamo rivolto alcune domande a Daniele:
1 – Dopo la prova che è servita a scoprire le acque olimpiche a che punto sei per i prossimi eventi di quest’anno?
Dopo il raduno di Londra mi sposterò a Praga per la finale di Coppa del Mondo e subito dopo andrò con la nazionale a Bratislava per qualche allenamento in vista dei mondiali di settembre.
2 – La vittoria all’Europeo di La Seu d’Urgell va ad aggiungersi agli Europei di Nottingham e al Mondiale di Tacen. Come ci si sente ad essere ormai il riferimento internazionale della Canoa Slalom?
Non mi è difficile pensare di essere un punto di riferimento per tanti, ma devo essere bravo a non fermarmi a questa considerazione ma continuare ad evolvermi ed essere sempre più veloce. I giovani crescono e copiano bene ed è sempre più difficile giocarsi le medaglie, ci distanziano solo pochi centesimi e tanti sono ad andare forte.
3 – Cosa vuoi che succeda in questo anno per arrivare preparato alle prove olimpiche? Punto molto al mondiale e a difendere il titolo. Questa è la sfida più difficile, ma so che si può fare e venderò cara la pelle. Una medaglia al mondiale è già un piede verso Londra, perché ti fa già entrare in clima olimpico dove non si può più sbagliare.
4 – Tra tutti i tuoi avversari chi temi di più? Sembra una banalità ma temo molto me stesso: quando sono nello stato di flow nessuno mi sta davanti. Ma se comincio a pensare, a dubitare o a rischiare troppo per paura di fare tutto quello che posso fare con la canoa, allora sbaglio e ho già perso molto per i miei errori.
5 – Le acque olimpiche si adattano alle tue caratteristiche? Il canale durante il test-event aveva acque uniche, davvero potenti ma mai esagerate. Ora dopo che le nazioni minori si sono lamentate della difficoltà lo stanno semplificando e purtroppo sta diventando uno dei tanti canali in giro per l’Europa con niente di speciale. Da un lato aiuta perché diventa più facile e quindi più fisico, dall’altro è una rogna in quanto diventa più difficile fare distacchi e ogni errore lo paghi caro.
6 – La tua crescita fino ai vertici mondiali di questi anni e la vittoria al mondiale juniores di Giovanni De Gennaro ci indicano che la Canoa Slalom è una specialità di punta del nostro movimento sportivo. A cosa è dovuto questa crescita? E’ una domanda interessante e difficile da rispondere. In una visione globale noi italiani siamo stati sempre forti nel k1 e quindi non mi meraviglia che anche dopo di me ci sia qualcuno che può fare bene a livello internazionale. Bisogna dire però che nelle altre categorie si fa più fatica, e per dimostrare che c’è un vera e propria crescita della canoa slalom bisognerà aspettare il loro salto di qualità nella categoria senior. Detto questo i ragazzi italiani hanno tutte le carte in regola per avere un grande futuro e faccio a tutti i miei migliori auguri!
7 – Se ti dico oro, a cosa pensi?
Penso lontano, quasi un anno. Penso vicino, meno di un anno! Penso che ci sono delle cose da fare per prenderlo e penso che queste cose le conosco e so come farle. Quindi penso positivo e guardo in questo futuro vicino e lontano con la serenità di conoscere la strada per arrivare alla fine da protagonista, comunque vada.
Anche noi pensiamo all’oro, non possiamo non farlo, per cui forza Daniele!