Italo Quazzola ha fatto grandi gare nelle categorie giovanili in una delle specialità storiche del mezzofondo italiano, le siepi. Lo intervistiamo nel nostro viaggio tra i talenti del futuro, sperando che i suoi sacrifici possano portarlo sempre più in alto.
Come ti sei avvicinato alla specialità, come sei arrivato ai siepi?
All’atletica leggera sono arrivato tramite la scuola. Dopo aver disputato una gara provinciale la mia professoressa mi ha spinto verso questo sport. Agli inizi l’ho presa più come un allenamento un po’ più duro del previsto per giocare a calcio, sport che già praticavo, ma in seguito l’atletica ha preso sempre più spazio. Le siepi sono una disciplina che mi hanno sempre affascinato, forse perché non è solo corsa ma necessita di qualcosa di più: sia tecnica che di forza mentale, fino all’ultimo centimetro.
Quanto e come ti alleni, coincidendo scuola e corsa?
Mi alleno sei volte alla settimana ed è un po’ difficile conciliare tutto questo lavoro con la scuola, ma per fortuna ho dei professori veramente comprensivi che si rendono conto dei miei sforzi.
Nei siepi la storia italiana ha avuto grandi protagonisti. Fa paura seguire i vari Panatta, Carosi e Lambruschini?
L’Italia, con questi atleti e con altri del calibro di Mei e Antibo, aveva uno dei più forti settori del mezzofondo al mondo e sicuramente avere loro come obbiettivo dà una carica in più per voler far bene e migliorarsi sempre, ad ogni allenamento e ad ogni gara.
All’Eyof di Trabzon hai fatto una grande finale, terminando secondo dietro lo spagnolo Basconcelo. Che gara è stata?
La gara di Trabzon è stata veramente un gran bella esperienza. Ero arrivato a quella prova un po’ con l’amaro in bocca per non aver centrato la finale ai campionati mondiali di Lille svoltisi qualche settimana prima, la voglia di rifarsi era tanta e anche per questo ho fatto una gara seguendo il mio ritmo senza pensare agli altri, anche se questa scelta mi ha fatto restare un po’ nelle retrovie fino agli ultimi due giri, Sono riuscito ad avere un buon finale e a riprendere e superare il ragazzo tedesco che seguiva lo spagnolo, arrivando alle spalle di quest’ultimo.
Quali sono i tuo obiettivi nel prossimo futuro?
Quest’anno il cambio di categoria è un po’ critico, visto che cambia anche la distanza da percorrere (da 2000 a 3000 siepi) quindi devo prima di tutto studiare e capire il mio approccio con la nuova distanza. Sicuramente i campionati mondiali che avranno luogo a Barcellona sono un ottimo obbiettivo, forse non proprio fuori portata, ma di sicuro bisognerà guadagnarselo col sudore e tanta fatica.
Dopo tanti anni in cui si è mollato nascondendosi dietro la superiorità degli africani, l’Italia sta finalmente (e molto faticosamente) tentando di risalire la china nel mezzofondo e nell’atletica in generale. Speriamo di ritrovare a breve una dimensione più consona al nostro blasone.
Ciao!
Gabriele