Juve ti amo lo stesso di Roberto Beccantini

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Di fronte all’arte (con quattro a) di Beccantini ci si toglie cappello e capelli, rimanendo alle intemperie con quel poco di cervello scosso e ancora inebriato dalle ritmiche incessanti e travolgenti del suo ultimo periodo. Che parli di Juve, l’argomento che più lo spassa e più lo sbriglia, o di temporali estivi, la classe di quelle falangi così musicali ci porta dove loro decidono.
Juve ti amo lo stesso non è un semplice inno da bancarella né un apologia per la “cestinazione” sopraggiunta dei tempi andati e non è nemmeno un inventario catastale di sentimenti patiti, è un gioco di ritmo e di timbriche foniche prima di tutto, un balletto di ricordi che sovvengono senza la pesantezza del passato e un ricettario di opinioni mai per la bocca buona e sempre con la schiena intirizzita dalla voglia di intervenire per esserci nelle vicende, non soltanto apparire.
Beccantini per periodare e stile è un patrimonio della letteratura italiana. In un’era di sincopato paratattismo, le sue frasi hanno la capacità di far appassionare il lettore di Proust e l’apostolo del televideo, lo studioso di Marx e l’adolescente che corre dietro Ammanniti.
Beccantini per profondità di analisi è un pregio per il giornalismo italiano. In un’era di “copiaincollaggio” scientifico, ha la capacità di infiltrarsi oltre la pelle siliconata delle notizie e tirarne fuori il midollo.
Beccantini per acutezza di commento è una risorsa indispensabile come contraltare delle nostre impressioni annoiate. Chi segue i suoi articoli e i suoi interventi comprende che si può ancora parlare e scrivere mentre si pensa.

14 risposte a “Juve ti amo lo stesso di Roberto Beccantini”

  1. Beccantini è un grande, lo leggo sempre sulla “Stampa”. Anche se, sportivamente, devo dire, sono più sulle posizioni di un altro affabulatore, Giampiero Mughini: “Juve, ti amo di più”

  2. @dr: Mughini non si discute nella manomissione barocca delle frasi di comodo. E questo è un pregio nel giornalismo sportivo che tende ad appiattirsi sul decodificabile per tutti. Ma Beccantini è altra cosa: è intellegibilità e decoro. Insieme non è facile trovarle

  3. Ciao,
    sono l’autore del libro
    “La Tv per sport”,
    http://www.tracce.org/frisolipino.html
    che stato recensito da Sportweek proprio nello stesso giorno e nella stessa pagina nella quale si è parlato del libro del grandissimo Roberto Beccantini. Sono arrivato al tuo blog da quello dell’amico Federico Casotti e da un po’ stavo pensando di contattarti. Il mio libro è stato presentato anche da Massimo De Luca alla “Domenica sportiva” dello scorso 20 aprile, oltre che recensito dallo stesso
    Federico sul suo blog,
    http://fedecasotti.blogspot.com/2008/02/parliamo-di-libri.html
    e sono sicuro che, se ancora non lo conosci, ti piacerà moltissimo. Sul mio blog
    http://pinofrisoli.blogspot.com/
    che mi piacerebbe fosse inserito nei link del tuo, ci sono ulteriori informazioni sulle varie recensioni, tra le quali quelle di Aldo Grasso, Carlo Nesti e Giorgio Porrà, e sulle presentazioni di Milano e Roma. Fammi sapere e scrivimi pure all’indirizzo pinofrisoli@yahoo.it.
    Ciao
    Pino

  4. Ho visto il tuo commento sul mio blog e devo ammettere che letteratura e sport (o meglio calcio nel mio caso) sono un binomio che potrà servirmi molto in vista del mio traguardo personale (la tesi di laurea), quindi ti metto in feedreader e ti linko volentieri! 😉

  5. FP è uno dei blog che leggo e commento sempre volentieri. Mi sembra una ragazza pacata che sa dove vuole arrivare. Qualche volta, anche lei, si avventura in altri argomenti personali che, secondo me, sente molto intensi. Anche il tuo blog è interessante al di là del colore sportivo. Dovresti però usare termini più terra a terra. Alcune parole ho dovuto cercarle sul vocabolario perchè mi erano sconociute. Ciao

  6. @max-buck-office: sì forse a volte esagero, ma il bello dello sport è anche parlarne come si è.
    Cioè. Mentre in politica o per le cose di tutti i giorni bisogna badare all’etichetta, quando si parla di sport si mette in pubblico davvero quello che uno è.
    Io sono un po’ così come scrivo.

  7. @Ivan: Allora in pratica analisi di:
    -letteratura calcistica per comprendere emozioni, valori e archetipi narrativi;
    -rapporto tra tv e calcio (analisi sociologica e antropologica);
    -case studies di circa 8 trasmissioni calcistiche nazionali e regionali per far emergere non tanto i temi trattati quanto “il non detto”!

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