Marco Innocenti nel libro “Quando il calcio ci piaceva più delle ragazze” (Mursia, 245 p,) (titolo molto bello per la sua quotidianità, senza strombazzamenti poetici né virate socio-storiche) scrive del calcio degli anni ’60 con riferimenti alla società, al costume, al quotidiano di quegli anni. Molti si diranno: “l’ennesimo libro sugli irripetibili ’60?” In parte sì, in parte no. Se infatti il libro summa del calcio degli anni ’60 e del mondo che lo ha visto scorrere via è “Il più mancino dei tiri” di Edmondo Berselli, il libro di Innocenti è una sorta di controcanto normalizzato del testo e del progetto di scrittura di Berselli. Mentre Berselli è il discolo della memoria rubata a se stesso, l’artista che in tre pennellate riempie la tela della nostra lettura di sensazioni, Innocenti è il cartografo dei ricordi, l’artista divisionista che accosta miriadi di tocchi leggeri per un quadro che dà piacere se goduto nel suo insieme. Berselli ha un progetto di scrittura sperimentale, ovvero quello di viaggiare sulla frontiera pericolosa e labile della memoria personale, sulle corde delle emozioni giovanili che diventano, filtrate dal Berselli di oggi, ricostruzioni di una storia per sé e poi per gli altri. In questo modo la lettura si muove su flash che possono non dire nulla oppure aprire un mondo di ricordi. Il tentativo è costruire una catena di memorie tra sé e il lettore che può condurre verso lidi semiotici lontani tra di loro e vasti. Dall’altra parte Innocenti non sperimenta le possibilità semantiche della memoria soggettiva ma costruisce un corretto puzzle di fatti e biografie che il lettore recepisce come percorsi a lui noti e di cui ha piacere soprattutto nel momento del punto e a capo. Mette nel suo libro tutte le storie degli anni ’60 come

Un post-chicca per chi come me era un bambino che si innamorava del calcio in quegli anni. Mi stupisce che l’autore si sia soffermato sul famoso Italia-Germania del ’70 e non Inghilterra-Germania del ’66. La mia prima finale mondiale, di cui ho ricordi a sprazzi ma indimenticabili. Tra cui la formazione inglese mandata a memoria ancora oggi come una filastrocca.
Lo scrivere su iricordi è bellissimo e pericoloso. Il libro di Innocenti è un buon libro però veramente ItaliaGermania4-3 ha dato aprecchio. E poi dopo Nando Dalla Chiesa cosa vuoi dire di più.