Nonostante tutti ci dicano di prendere aria e sole, noi ci sentiamo davvero fuori stress soltanto davanti ai Campionati del mondo di Atletica Leggera, mettendoci dentro un po’ di Premier League, Rugby sudafricano e Tennis anche senza italiane tra le prime dieci. In questo minestrone, Berlino 2009 predomina per sapore e consistenza. Direi fin troppa consistenza, se guardiamo alla squadra di commentatori RAI schierati per l’occasione. Lollobrigida, Bragagna ai microfoni (con il secondo voce dell’atletica tout court) Monetti per i tempi e le statistiche, Tilli per la velocità, Angelucci per il mezzofondo femminile, Panetta per il mezzofondo maschile, altra gente ai concorsi più disparati, Caporale per le interviste, Baldini per maratona e marcia e un profluvio di voci a sminuzzare nei minimi particolari le condotte di gara, le tecniche, le metodologie di approccio alla gara. Da sportivo questo è il paradiso, soltanto chi pensa che lo sport sia l’Italia che vince la medaglia d’oro alle Olimpiadi non può essere felice per tutta questa profondità e completezza di informazioni. C’è però un tarlo che dalla prima gara non finisce di tormentarmi (e poi dice che uno si rilassa): perché avere tante voci differenti per esperienze e competenze e non fargli terminare un discorso? Panetta riesce soltanto ad accennare alle tecniche di corsa per essere interrotto da Lollobrigida che parla dell’Eptathlon, la Angelucci vorrebbe commentare il defaticamento di Elisa Cusma ma viene interrotta da Tilli che accenna ai 100 metri maschili della sera, allenatori professionisti cercano di spiegare un momento di una gara ma qualcuno li interrompe per convogliare la nostra attenzione verso il salto con l’asta femminile. Ma quello che ormai macchietta è Attilio Monetti: dopo tre secondi di sopportazione da parte degli altri viene stroncato il suo discorso sui tempi, riferendosi alle cose più assurde pur di non farlo andare avanti, un po’ come quei nonni arteriosclerotici che ci dicono sempre come sono scappati dai tedeschi ma a noi in fondo interessa la parmigiana di melanzane che sta fumando in tavola.
Hai ragione. Il buon Monetti me lo ricordo fin dai tempi delle telecronache di Paolo Rosi, che lo chiamava “il nostro collaboratore Monetti”. A me sembra molto competente e preparato, ma evidentemente ha il destino di essere “l’eterno secondo” delle telecronache di atletica.