La mia squadra mondiale

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Casillas: Tra tutti i portieri usciti con le ossa rotte per colpa dello Jabulani, il vincitore, capace di non sbagliare un intervento sui tiri da lontano, è stato il portiere campione del mondo, il più critico ad inizio mondiale nei confronti della genialata Adidas e forse per questo meglio corazzato. Casillas vince per distacco e per forza, oltre ad essere campione del mondo è l’unico domatore affidabile del pallone ondeggiante.

Isla: Non si può dimenticare il gioco del Cile, sconfitto da un Brasile che per presunzione e attacchi di Melo ha perso una finale mondiale. Isla era uno dei perni della cerniera di destra della squadra che sulle fasce ha fatto vedere qualcosa di nuovo e, speriamo, riproponibile, per non vedere sempre lo stesso calcio.

Da Silva: centrale di tigna incredibile, velocità alla Cordoba e stacco di testa garantito. Non ha fatto muovere nessun attaccante contro cui ha giocato e stava anche per chiudere Villa al momento del gol della Spagna.

Reid: l’unica squadra che non ha mai perso è stata la Nuova Zelanda. E molti meriti vanno a questo centrale moderno, rapido di gambe quanto alto e fortissimo sui calci piazzati. Ha segnato anche un gol e mezzo contro Slovacchia e Italia e ha letteralmente disintegrato Gilardino e Santa Cruz.

Belhadj: Ma quanta forza ha questo calciatore? Ha coperto la fascia da solo, bloccando qualsiasi iniziativa offensiva avversaria e facendosi trovare sempre pronto in fase di sganciamento. Superava gli avversari palla al piede, correndo. Chi se lo può permettere nel calcio di oggi?

Asamoah K.: Il Ghana era la prima squadra africana della storia che meritava pienamente di andare alle semifinali. Asamoah è stato un punteruolo conficcato nel centrocampo di tutte le squadre avversarie. Giocava senza nessun affanno nella propria area di rigore, così come in quella altrui.

Bradley: Un mediano coi controfiocchi, capace di dare ritmo alla squadre, interdire duramente, proporsi per l’ultimo passaggio e finalizzare. Il Tardelli del 2010 è nato in New Jersey.

Mueller: Miglior giovane, capocannoniere, con altri 3, ma due assist in più rispetto agli altri, decisivo in tutte le partite. Un’ala destra nuova, anzi vecchia, perché la Germania ci ha abituato ad ali che sanno fare tutto, presenti in ogni parte del campo.

Suarez: Insieme a Villa, un calciatore capace di prendere la palla e puntare gli avversari, saltandoli senza dubbi. La vera punta da 25 gol a campionato, perché rapido nello smarcarsi e concludere con bordate razzenti. Chi lo compra fa un affare.

Iniesta: Un cervello coraggioso, questo è Iniesta, abile come molti altri giocatori a giocare il pallone con gli altri o da solo, ma soprattutto coraggioso nel buttarsi in situazioni complesse e pericolose (soprattutto contro Van Bommel). Il gol finale ha certificato un campione con poche prime pagine, senza il quale Messi, Villa e Torres non avrebbero vinto ancora niente.

Villa: Fino ai quarti qualsiasi cosa faceva diventava platino. Inoltre copriva anche in difesa, per una tattica suicida di Del Bosque. Forse proprio quello spremersi a sinistra ha fatto calare le prestazioni nelle ultime due partite. Per fortuna di Del Bosque, le cose poi sono andate bene lo stesso.

2 risposte a “La mia squadra mondiale”

  1. Un undici interessante, volutamente alternativo (credo) perché rinunciare a così tanti giocatori delle prime tre classificate non rende giustizia alla competizione né all’oggettivo valore degli elementi. Il mondiale di Sneijder, Schweinsteiger, Pique, Puyol e Lahm, per citarne solo alcuni, è stato oggettivamente di altissimo livello. Per quanto concerne le sorprese, invece, sono d’accordissimo su Isla, che da esterno destro di spinta m’ha convinto molto più che da centrale (dove gioca spesso nell’Udinese). Belhadj è un giocatore un po’ monotematico, dal mio punto di vista, ma comunque rapido e ficcante. Bradley bravissimo in effetti, non da oggi: sono parecchi anni che gioca ad alto livello, è uno di quelli che pagano la nazionalità poco “cool”. Degli yankee amo molto anche Dempsey, non così d’impatto però in Sudafrica. Il mediano del Mondiale, però, per me è Perez dell’Uruguay. I suoi occhi spiritati (come quelli di Forlan e Lugano) m’hanno fatto sognare. Migliori giovani, a parte il monumentale Muller che giovane non sembra nemmeno, Alexis Sanchez del Cile e Hernandez del Messico. Che colpo, Sir Alex, che colpo…

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