Zeman ha creato dal nulla un nuovo miracolo, ha dato forma e ha soffiato vita in altri atleti poco considerati e sconsiderati riuscendo a raggiunger la promozione in serie A con calciatori che da questo momento hanno assunto un nuovo status: sono giocatori di Zeman.
Ma questa volta c’è qualcosa di diverso, l’avete notato? Non è l’aplomb zemanesco, che ha dentro tutte le emozioni del mondo e fuori una faccia da appena sveglio, nemmeno il progetto, bello e affascinante che ha elettrizzato una città sognante, neanche i valletti, dal presidente al magazziniere, perfettamente nella parte dei ragazzi che seguono il pifferaio, ma nel modulo, sì, nel modulo, quello che per Zeman (ma a questo punto è giusto dire per gli zemaniani) è il dogma assoluto.
4-3-3 sono numeri, semplici numeri e Zeman lo sa, nonostante il marchio. Interpretare questi numeri su un campo di calcio è quello che conta. E l’interpretare è figlio di riflessioni e modelli che vengono da tanti mondi diversi, non solo il calcio.
Saranno stati proprio i tanti spunti che in questi anni lontano dai riflettori del gioco vincente hanno dettato a Zeman una nuova interpretazione, nuove convinzioni. Non tanto per l’attacco, ancora favolosamente il migliore che si può vedere almeno in Italia, ma per la difesa.
Del Zeman di Foggia sono mancate due caratteristiche fondamentali del suo gioco difensivo: il fuorigioco aggressivo e i terzini-ala. Se guardate bene le ultime 15 partite del Foggia, nessuna squadra ha trovato le praterie che negli anni di Salerno e Avellino si aprivano alle squadre avversarie e dall’altra parte giocatori come Bocchetti o Balzano non hanno nulla a che fare con calciatori come Petrescu e Codispoti, vere e proprie ali tattiche di appoggio brave in molte cose tranne che nel chiudere diagonali.
Da una nuova interpretazione della fase difensiva è nato il Pescara capace di salire in serie A. L’aver rivisto alcuni comandamenti della filosofia zemaniana è stato il salto di qualità sul quale il boemo ha creato i presupposti per il nuovo miracolo. Quando cambiare vuol dire migliorarsi, nonostante gli altri ti dicano che sei er meglio perché non cambi mai.