In base alla comunicazione data dall’ITIA, Camila Giorgi si è ritirata. In mezzo a funerali vichinghi di altre tenniste e tennisti che durano anche più di una stagione, Giorgi ha spento la luce così, senza far sentire nemmeno il clic del pulsante off. Fa strano, perché una passeggiata verso i Campi Elisi sportivi non si nega a nessuno, ma è molto del personaggio. Non mi permetto di parlare di tecnica tennistica e potenzialità più o meno espresse, mi focalizzo solo su quel poco di personaggio appunto che ho compreso in questi anni giorgiani.
In campo, ma soprattutto fuori, Camila Giorgi mi è sempre parsa un pezzo a sé stante, un meteorite infilato a forza nel mondo dove stava. Non ha espresso mai in maniera evidente piacere nel fare quello che stava facendo, mentre giocava a tennis e anche negli altri momenti in cui si è espressa ad esempio sui social media. Sulle sue spalle ho sempre percepito una gravità, una incombente cupezza. Nonostante avesse lineamenti così dolci, esprimeva durezza e questo un po’ inquietava, un altro po’ attraeva.
Mi ha sempre fatto pensare all’Antea del Parmigianino, una donna così bella, con lineamenti affilati e aguzzi, che sprizza angustia da ogni poro.
Chissà cosa sarà Camila Giorgi in futuro? Io la vedo manager aziendale.