UNA FINALE OLIMPICA AL GIORNO – CANOTTAGGIO SINGOLO U – MONACO 1972

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La location è l’Olympic Reggatta Course di Oberschleißheim, dove c’è un Castello meraviglioso a sua volta location di due filmettini niente male, “Orizzonti di gloria” e “L’anno scorso a Marienband” (per dire). Grazie all’immenso Vyacheslav Ivanov, vincitore nel 1956, 1960 e 1964 l’Unione Sovietica aveva vinto per quattro volte di seguito nella specialità alle Olimpiadi. Nel 1968 la striscia fu interrotta dall’olandese Jan Wienese. Questa volta l’Unione Sovietica torna a vincere nel singolo grazie a Yuri Malyshev. Appena in tempo prima dell’arrivo del più grande “singolarista” della storia, il finlandese Pertti Karppinen che vincerà tre ori consecutivi.
In seconda posizione un mito argentino, Alberto Demiddi, il cui apodo era La máquina, quarto, terzo e secondo in tre Olimpiadi consecutive, campione del mondo nel 1970 e due volte campione europeo nel 1969 e 1971. Voi adesso mi direte: “Com’è possibile che un argentino abbia vinto gli Europei?”. Per magnanimità in quegli anni gli Europei erano aperti a tutti coloro che volevano partecipare, diventando quindi dei Mondiali. Non lo so perché lo si faceva, adesso volete troppo.
Ovviamente Demiddi era figlio di un italiano, Alberto (chiamiamolo Alberto senior sennò ci incasiniamo), che lavorava in uno stabilimento balneare e di una ragazza russa, Sara Gabay. Alberto senior porta la famiglia a Rosario perché diventa istruttore di nuoto al Newell’s Old Boys e avvia il figlio alla pratica natatoria. Con l’adolescenza il figlio lo rinnega tre volte (deve essere una prassi, se sei a due a quel punto ti conviene esagerare): la prima volta scegliendo il canottaggio, la seconda fumando di nascosto un sigaro (capirai, meglio di stare col cellulare 10 ore al giorno). Il padre lo mena e non si parlano per anni. La terza quando passa dal Newell’s Old Boys al Club de Regates, dove sposa anche la figlia del padrone (si chiamava Napoleone Sivieri, se non era padrone lui).
A Monaco era il grande favorito e usa pure tutte le scaramanzie del caso, presentandosi in acqua con i calzini rossi e un ciondolo al collo con Romolo e Remo che allattano la lupa. Purtroppo non è bastato.
Terzo il tedesco orientale Wolfgang Güldenpfennig, che poi andrà sul quadruplo a vincere Montreal 1976.

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