I calciatori guadagnano i soldi

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Nell’opinione pubblica contemporanea, grazie alle frontiere continuamente abbattute dai media di massa, non ci sono più tabù. Si pensa e parla allegramente di sesso, omosessualità, malattia, dolore, morte. Niente più è celato alle orecchie del pubblico e stiamo piano piano arrivando all’idea che anche gli occhi vogliono la loro parte per cui da qui a pochi anni avremo un’emancipazione anche per quanto riguarda le immagini (negli USA ci sono programmi televisivi dove è centrale l’immagine dei morti e dove l’omosessualità non viene celata neanche nella sua parte intima. Sul web poi le immagini che “non si possono vedere” fanno click). Tra gli addetti ai lavori di tutti i campi, soprattutto per quelli che svolgono la propria professione attraverso i mass media (politici, gente dello spettacolo, imprenditori della comunicazione), resta intoccabile e inaccessibile un solo grande argomento, che nessuno sfiora nemmeno lontanamente nei tanti discorsi vacui che ci vengono imposti: il denaro. Nessuno sa e dice, nemmeno sui giornali scandalistici, quanto guadagna un politico, un attore, una presentatrice e se esce fuori qualcosa dei 740 dei vip la presa di posizione contraria è completa, compatta, monolitica. Si parla di sponsorizzazioni, di affari, di compravendite, come se quello fosse un mondo del quale all’opinione pubblica non interessa sapere di più. Se qualcuno osa dire: “Tu ci hai guadagnato!”, giustamente si ribatte, senza inalberarsi nemmeno più di tanto, che è una conseguenza professionale, con una faccia che sembra pure un dispiacere. Alcune voci di partito hanno bacchettato il cachet di Benigni a Sanremo, altre della stessa idea hanno ripreso i ribelli, sottolineando l’importanza di un premio Oscar. Altre voci differenti hanno cercato di mettere in piazza i denari del Silvio nazionale, subito zittite dai compagni a suon di “l’iniziativa privata è il motore della nostra Patria!”. Non si parla di soldi, mai, è l’unico peccato che si commette. Solo per un settore non è valida questa regola sociale creata ad hoc da qui guadagna davvero: il calcio. Quotidianamente, su tutti i giornali che scrivono di sport, ci sono almeno dieci articoli in cui si parla delle finanze di qualche addetto ai lavori. Tutti i comportamenti, anche leggermente fuori dalle regole, sono stigmatizzati per una sola ed unica ragione: “ma con tutti i soldi che guadagna si permette anche…”. I soldi sembrano girare solo nel mondo del calcio e in un periodo di crisi come questo l’oscurantismo economico per gli altri settori è ancora più pesante, mentre per i calciatori i milioni sembrano scendere dal cielo senza sapere perché. Contrariamente a tutto quello che sento in giro, ho un’idea molto simpatica: i calciatori dovranno iniziare a guadagnare di meno quando un politico spiega dove prende i soldi per la sua campagna elettorale. I finanziamenti pubblici? Ahahahahahahahhaaahahahahahahahahahahahahha

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