Del libro di Gianluca Morozzi (in cc Paolo Alberti) “Le avventure di zio Savoldi” hanno scritto in molti e per fortuna parecchi hanno compreso che è stato questo libro a dare il là alla carriera di vero scrittore contemporaneo di Morozzi. Ambientazioni, ritratti dei personaggi, trame con rimbalzi sempre sghembi e inaspettati, stile insieme asciutto e fluido, come pochi altri, sono il marchio di fabbrica dell’autore di “Cicatrici”, l’ultimo suo bellissimo romanzo, uno dei pochi libri di questi anni che parlano davvero della storia che stiamo vivendo.
Non ci sono le atmosfere grigio scuro dei suoi noir alla bolognese, ma in zio Savoldi c’è molto dell’anima di scrittore morazziana. E non mi venite a dire che somiglia a qualcos’altro zio Savoldi. Sì, potrà anche esserci un po’ di Hornby e un goccio di Ammanniti, ma a questo bisogna aggiungere anche grammi di Guccini-Macchiavelli, Gazzetta dello sport e Raymond Carver e io ci vedo addirittura una spruzzata di Edgar Lee Master, con i suoi attori-autori di una vita che scorre semplice.
Ma al di là dei riferimenti, il libro è uno spasso e mostra il calcio per quello che non deve più essere: una passione che non sai spiegarti. Invece è da un po’ di tempo a questa parte che bisogna farlo, per stare attenti alla pubblicità in sovraimpressione.
avanti tutta lazio.
saluti
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