Il tennis come esperienza religiosa di David Foster Wallace

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Il tennis come esperienza religiosa è un libro inventato dal nulla e per questo complimenti all’Einaudi per l’operazione. A leggerlo però ci resti un po’ male, anche perché hai speso 10 € e magari ti aspettavi di più. Il termine “più” non riguarda solo la quantità ma anche la qualità di spunti e idee dentro i due articoli pubblicati. Il primo, Democrazia e commercio agli US Open, ha belle descrizioni d’atmosfera e alcuni approfondimenti di personalità interessanti, ma la sostanza del libro è l’epifania che un torneo di tennis viene tenuto su dagli sponsor. Una cosa abbastanza demodé a metà degli anni ’90 quando l’articolo è stato scritto, pensa oggi che se riesce a girare qualche soldo privato negli eventi sportivi è l’unica salvezza.

Il secondo articolo, Federer come esperienza religiosa, tira fuori il concetto di Federer’s Moments, questi attimi in cui l’innaturale e il corporeo si uniscono. In questo caso lo spunto è interessante perché estrae dalla punta della lingua di molti una sensazione assaporata e finalmente gustata. Ma anche questa volta ci fermiamo qui e qualsiasi articolo di Scanagatta sull’argomento ci ha parlato di queste sensazioni in maniera molto più completa e concreta.

Non ho letto nient’altro di Wallace, lo ammetto, per cui spero che questo sia una nuga.

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