Il Grifone fragile di Tonino Cagnucci

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Scrivere un libro su un tifoso non è usuale (almeno io non ne ricordo altri). Scrivere un libro su un tifoso “dentro”, non su qualcuno che del tifo ha fatto dimostrazione pubblica d’identità, è inusuale e difficile. Si può scadere troppo facilmente nell’immaginato.

Cagnucci invece, da verace giornalista, ne “Il Grifone fragile” trova la chiave di volta, gli appunti privati di Fabrizio De André, dove quel tifo non (o poco) detto diventa evidenza nero su bianco, dalla quale costruire il tema.

Leggendo quell’agenda del Credito Lombardo, Cagnucci si è trovato di fronte a pagine molto diverse: su alcune un ragazzino di quinta elementare segnava con accuratezza pre-onanistica squadre e medie inglesi del campionato del Genoa, in altre ha trovato vette di genio e poesia dalla grandezza irraggiungibile (c’è un intellettuale oggi che puó scrivere/comprendere/ farci comprendere “La domenica delle salme”?)

Cagnucci da qui ha dedotto la prima verità del libro, Geno(v)a è casa, gli amici di casa Repetto, una città divorata e poi raccontata per vissuto e non per sentito dire. Questo mondo non vedrà mai il poeta che canta, ma a viverci dentro sarà per sempre il ragazzino che sogna. Si lavora a Milano e si sogna a Genova, con il Genoa che fa da desiderio mai infranto.

Seconda verità: questo è un libro su un tifoso vero, dalla passione assoluta. De André è un tifoso vero del Genoa, non perché si identifica nelle prassi domenicali dello stadio o di 90° minuto (e di Sky a tutti i costi anche se c’è di meglio da fare), ma perché ha in testa quel rumore di fondo che non ti lascia mai in pace, un tarlo ripetitivo e cercato: “Cosa ha fatto il Genoa?”

Terza verità del libro: il genio è sempre popolare. Per quanto nasce in una famiglia della medio-alta borghesia, è nelle passioni popolari che deve immergersi per conoscere i rimbalzi dell’esistenza. Senza questa scuola terribile potrai arrivare in alto, lì dove tutti guardano e ammirano, ma non raggiungerai mai vette inattese.

Una postilla almeno sullo stile: denso da tenerti contro il libro, vallonato come una tappa tra Emilia e Toscana, quando non stai mai fermo, non ti rilassi mai. Dentro ci sono studio, letture e grande amore per il tema. Quando ami davvero le parole non riesci a tenerle a bada tanto facilmente e va a finire che si infilano senza permesso nei periodi piani che vorresti portare a termine. Quando questo succede è sempre un bene, è la meraviglia della passione che zittisce il cervello.

Iniziate a parlare o a scrivere di qualcosa che vi piace davvero tanto e capirete quanto è bello.

2 risposte a “Il Grifone fragile di Tonino Cagnucci”

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