Per un allenatore la partita di ieri è una sveglia (spero non un’epifania, non credo che Spalletti abbia davvero pensato di essere al livello della Spagna) ed è il momento in cui un ct diventa davvero centrale.
Capire di essere nettamente inferiore a una (più di una) squadra presente in un torneo succede a tanti e spesso quando l’asticella era stata posta troppo in alto si cade, si fa un grosso rumore e non ci si rialza. La partita successiva porta con sé fantasmi, incertezze e paure e anche se si incontra una squadra inferiore, finisce male.
In questo caso e in questo momento serve il grande allenatore, il tecnico che sappia fare tante cose diverse e sappia far ripartire una squadra in tre giorni.
Spalletti deve prima di tutto far capire a un gruppo che ha preso una secchiata gelata in faccia e ora ha la consapevolezza piena di essere una squadra media, che bisogna giocare al proprio meglio anche da squadra media, perché proprio essendo media ci sta, anzi è quasi ovvio perdere con le grandi squadre, ma che allo stesso tempo si può vincere con squadre alla portata come la Croazia vista in questi Europei. Dare a un gruppo la consapevolezza che non si è né campioni né brocchi (e quindi in caso di squadre di club chiedere al Direttore sportivo di cambiare un bel po’ di calciatori), è la cosa più difficile da fare. Bisogna farli applicare al massimo sulle consegne e fargli tenere al livello massimo l’attenzione. Molto, molto difficile dopo la partita di ieri. Poi se e quando si affronteranno squadre più forti cambiare strategia, ma questo avverrà a tempo debito.
Seconda cosa deve cambiare gli uomini che non vanno. Di Lorenzo è evidentemente cotto. Purtroppo sembra uno di quei calciatori che hanno overperformato in maniera clamorosa durante una stagione, per poi crollare repentinamente. Ieri è stato davvero motivo di imbarazzo per tutti, non può giocare un calciatore conciato in quel modo. Ma con lui anche altri, come Frattesi, fino ad arrivare a Chiesa. Federico Chiesa ha l’attenuante di non essere mai stato servito in maniera pulita e su di lui il discorso è diverso rispetto a Di Lorenzo. Il terzino del Napoli è in questo momento un danno per la squadra e quindi bisogna sostituirlo, mentre Chiesa è l’unica nostra arma offensiva a disposizione. Togliere lui vuol dire calare ancora di più la nostra pericolosità e con gli attaccanti che abbiamo a disposizione è un bel rischio.
In terzo luogo Spalletti deve far credere al processo, che coinvolge una parte non piccola di quelli che sono scesi in campo ieri. Da questi Europei obiettivamente e con grande onestà intellettuale a qualsiasi allenatore del mondo possiamo chiedere due cose, o meglio sarebbe un più che buon traguardo ottenere due cose: prima di tutto il raggiungimento dei quarti. Come si stanno mettendo le cose, da quel momento in avanti giocheremo con squadre a noi nettamente superiori, come la Spagna, e per vincere dipende da loro non da noi. Devono essere loro poi a giocare male o avere qualche problema, altrimenti noi perdiamo.
Seconda cosa trovare dei calciatori di buono o di ottimo livello per la campagna 2026, quella che forse interessa molto di più allo stesso Spalletti. Se alla fine di questi Europei troviamo due-tre calciatori che in futuro possono reggere il livello della Spagna, allora questo torneo è stato fruttuoso. Delle volte bisogna guardare più avanti anche quando si vive il presente. Per far venire fuori questi due-tre calciatori però oggi Spalletti deve dargli responsabilità, compiti e deve far dimostrare loro di poter essere centrali nell’Italia di domani.
Sicurezze all’interno di una cornice come minimo malinconica, cambi anche di giocatori ormai pensati come stabilizzati e visione del prossimo futuro. Tutto questo dovrà fare Spalletti in così pochi giorni. Una delle cose più difficili che si possano fare, ma in questo modo si può dimostrare di essere uno dei migliori allenatori al mondo.